Laboratori ludico-educativi destinati ai giovanissimi allievi delle scuole rotondellesi ed estesi ai genitori si sono svolti nello centro jonico che insieme agli altri 16 comuni della macro-area “Metapontino-Collina Materana” fa parte del Progetto “Educabil-Mente” (sarà sviluppato nell’arco di un biennio) della Fondazione Exodus che dispone di un’equipe coordinata dalla D.ssa Piera Vitelli.
“Educabil-Mente” viene realizzato con risorse provenienti dal “Fondo Lotta alla Droga” della Regione Basilicata e rappresenta un modo per far conoscere –tra l’altro- alla popolazione la “Mappa dei Servizi per le Dipendenze” in collaborazione con l’ASL che da tempo ha attivato diversi sportelli al servizio dei cittadini e delle famiglie: SERT cioè servizio tossicodipendenze, UOS ossia Gestione Attività Piscologiche, Centro antifumo, Centro Diagnosi Precoce per Minori (tutti Policoro), poi a Stigliano il Centro di continuità Terapeutica mentre i Club Alcooligi territoriali sono ospitati a Marconia (Chiesa S: Giovanni Bosco), Scanzano (Chiesa dell’Annunziata) e Montalbano (Chiesa di San Rocco).
Poi ci sono le attività gestite dalla Fondazione Exodus (a Tursi) che vanno dalla Comunità Residenziale per le Dipendenze (la sede è presso l’ex Convento di San Rocco), al Centro Ascolto per le Dipendenze, alle attività di reinserimento socio-lavorativo, allo Sportello di Consulenza educativa per genitori, alla Scuola per Genitori. Tra le attività della Fondazione Exodus, infine, l’elaborazione e la gestione di Progetti di prevenzione nelle Scuole per bambini e adolescenti.
“Il progetto “Educabilmente -ha tenuto a precisare la coordinatrice Piera Vitelli-vuole essere una esperienza di rete sul territorio di questa macro-area con la messa in campo di di azioni per creare e fornire risposte adeguate agli adolescenti fino a raggiungere famiglie e le stesse istituzioni pubbliche”.
Interessante, quindi, il seminario (relatrice Piera Vitelli) svoltosi nella sala consiliare “A. Bianco” del centro jonico sul tema “Quale educazione. Nessuno nasce genitore”.
Occorre -questo in sintesi il concetto- operare all’interno del nucleo familiare che risente sempre più nel suo complesso ed in modo fortemente negativo degli stimoli negativi della realtà che viviamo: adolescenti e genitori sempre più lontani gli uni dagli altri, i primi racchiusi in un guscio protetto ed i secondi alle prese con la quotidianità delle apparenze. Presenze familiari, quindi, che non sono in grado di agire sull’età adolescenziale quando possibili devianze conducono a generare forme di dipendenza (droghe inannzituto) dalle quali diventa estremamente complesso uscirne. L’utilizzo di sostanze stupefacenti riguarda in modo sempre più vasto adolescenti appartenenti a ceti sociali medio-alti dove probabilmente noia ed assenza di rapporti veri rappresentano un fertile humus. Cosa fare? Come diventare un buon genitore?. Piera Vitelli ha illustrato un decalogo elaborato da Don Antonio Mazzi: “L’identikit del buon genitore prevede il rispetto dei figli e di se stesso, dà affettività e stabilisce delle regole, costruisce un dialogo e valorizza i figli, non è –quibndi- autoritario e nello stesso tempo troppo permissivo, non fa uso di violenza –sia fisica che verbale, guida i figli verso la crescita proteggendoli ed assicurando loro –nella fase di crescita- autonomia e responsabilizzazione”
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