sabato 24 agosto 2013
Basilicata: Il benessere è nei legumi
Si chiama VAL.BIO.LUC. (Valorizzazione della Biodiversità Lucana) il progetto finanziato dalla Regione Basilicata nell’ambito della Misura 124 Health Check e che vede capofila il CNR Istituto di Genetica Vegetale, sezione di Policoro, che insieme all’Università di Basilicata ed altri partner privati affronta il tema della valorizzazione dei prodotti tipici e del recupero di tradizioni locali ad essi legate. L’argomento di studio è quello delle leguminose ed è anche oggetto di approfondimento da parte di enti territoriali (GAL, Parchi etc.) e soggetti privati dalla cui collaborazione sono nati interessanti progetti per la valorizzazione di intere aree geografiche dalle potenzialità inespresse. “La presenza delle leguminose negli avvicendamenti colturali lucani, osserva Giulio Sarli del CNR-IGV e responsabile scientifico del progetto, può parzialmente rispondere ad una crescente esigenza di salvaguardia dell’ambiente, sfruttando la capacità naturale di queste colture di accumulare l’azoto atmosferico in composti proteici ad elevato valore biologico, parte dei quali può migliorare la disponibilità di azoto organico nel terreno”. Fondamentale risulta la sperimentazione volta a valutare la diversa attitudine delle principali specie e varietà locali di leguminose coltivate in Basilicata per la produzione di molecole a carattere “nobile”, quali isoflavoni e proteine. Queste sostanze sono attualmente molto studiate per la loro funzione nutraceutica, essendo in grado – se assunte regolarmente con la dieta – di agire nella prevenzione e/o rallentamento nell’insorgenza di alcune gravi patologie. Il territorio lucano si distingue per la sua ricchezza di produzioni agricole che spaziano dai cereali alle colture orticole, passando attraverso colture officinali e prodotti trasformati quali pane, pasta, olio, formaggi, salumi e diversi ecotipi locali di leguminose quali fagiolo (Phaseolus vulgaris L.) e cece (Cicer arietinum L.). L’areale lucano è tradizionalmente vocato alla coltivazione di leguminose in particolare cece e fagiolo che, sin dal passato, sono stati coltivati in piccoli orti sub-urbani dove si coltivavano vecchie popolazioni delle quali oggi poco è rimasto lasciando il posto alle più competitive varietà commerciali. Il fagiolo, nei suoi tipi rampicanti e nani, dopo la soia rappresenta la leguminosa più importante utilizzata per l’alimentazione umana, ma anche il cece, il favino, il pisello proteico, ed altre leguminose spontanee e foraggere sono di fondamentale importanza per l’alimentazione umana ed animale.
Gabriele Elia
(Fonte il Quotidiano della Basilicata)
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