lunedì 11 novembre 2013
Policoro: Vetere e Pittella al centro Padre Minozzi
Al Padre Minozzi domenica pomeriggio erano oltre 200 i cittadini convenuti per ascoltare Marcello Pittella e confrontarsi con le proposte del candidato governatore di Basilicata.
Il candidato Carmine Vetere che ha fortemente voluto questo incontro, ha introdotto il colloquio chiedendo a Pittella di assumersi l’impegno di risolvere tre criticità forti dell’area metapontina in generale, e policorese in particolare. Innanzitutto di supportare i giovani che cercano occupazione accontetandosi spesso di essere sottopagati, ma che sostengono interi reparti della economia di zona, ovvero creando reti materiali (viabilità, infrastrutture etc..) e immateriali (circuiti, marchi etc..). Poi attenzionando il settore primario, che in queste località è di importanza fondamentale: si chiede al candidato governatore di proteggere il territorio e l’economia agricola per rendere i nostri agricoltori di nuovo forti del loro lavoro. Infine la richiesta, fatta da un policorese per i policoresi, di completare il lungomare di Policoro, infrastruttura che avrà un riscontro più ampio di quello intuibile oggi secondo il candidato consigliere.
Pittella risponde di non volersi presentare come l’uomo del miracolo, anche in considerazione del fatto che l’Italia ne ha già avuto uno con i risultati che tutti vediamo; lui vuole essere l’uomo del rinnovamento e della rivoluzione: rinnovamento di genere e di generazione, innanzitutto, e rivoluzione del meccanismo culturale sotteso alla prassi politica. La politica schiava del consenso deve essere accantonata, perché in questo frangente la necessità vera è riformare e rinnovare, azioni che raramente incontrano entusiasmi istantanei. La politica ostaggio del bisogno, tirata per la giacchetta dal bisogno, rischia di sbagliare sia nell’interpretazione sia nelle proposte di soluzione.
Liberando la politica dal bisogno è possibile operare quella rivoluzione culturale e operativa che sia da base per un’azione di riforma lungimirante e omogenea.
In questa nuova proposta culturale è determinante la scelta dei lucani: perché se è comprensibile che siano “incazzati” è altresì vero che devono scegliere che Basilicata vogliono alle urne e non attraverso l’astensione di protesta.
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