Botta e risposta tra la Ola e la Total sulla vicenda delle esplorazioni petrolifere denominate Tempa la Petrosa al confine tra Basilicata e Calabria. La Ola aveva parlato di forzatura del colosso petrolifero nei confronti dei comuni calabresi.
"In merito alla diffusione - dice la Total - della nota della Ola (Organizzazione Lucana Ambientalista) avvenuta in data 26 luglio, nella quale si dava notizia dell’incontro informativo svoltosi presso la sede della Giunta Regionale della Calabria, a Catanzaro, il 25 luglio 2012, in presenza del Presidente della Regione Calabria e dei sindaci dei comuni di Roseto Capo Spulico, Canna, Nocara, Oriolo e Rocca Imperiale, i cui territori sono interessati dal permesso di ricerca “Tempa la Petrosa” e "Fonte della Vigna" Total E&P Italia desidera precisare che - diversamente da quanto affermato dalla Ola - non ha mai fatto riferimento, diretto o indiretto, al comportamento di altri operatori petroliferi nel presentare le proprie attività ed i propri principi. E’pertanto priva di fondamento la ricostruzione della Ola.
Total E&P Italia - si legge in una nota - si astiene dal commentare le reiterate allusioni alla moria di animali da cortile e da allevamento causata dalla salmonella, nel comune di Gorgoglione, in quanto sono stati i fatti e le Autorità a smentire da tempo le ricostruzioni della Ola".
E pronta arriva la risposta della Ola, Organizzazione lucana ambientalista, che "nel prendere nota della risposta della Total al nostro comunicato, conferma che nella riunione del 25 luglio, nella sede della Regione Calabria, ai cinque sindaci calabresi interessati dal permesso di prospezione sismica Tempa la Petrosa, i dirigenti Total hanno fatto un parallelo con le attività di altre società minerarie, vantando le proprie. Come accade naturalmente in ogni azione e proposta commerciale. Nell’affermare questo, la Ola, però, - si legge in un comunicato - fa anche notare che di tutto l’atteggiamento poco istituzionale avuto dai vertici nazionali della Total, i quali hanno cercato una evidente forzatura/rottura del blocco dei sindaci del «No» a Tempa la Petrosa, la multinazionale francese si preoccupa solo di precisare che non ha criticato le iniziative della concorrente Eni. È una conferma di quanto queste società petrolifere tengano di poco conto le regole di questa nazione e anche l’etica che dovrebbe muovere questi colossi, vista l’elevata invasività delle loro azioni sulla salute dei territori e dei suoi abitanti.
Più che tranquillizzare la concorrenza, la Total avrebbe dovuto tranquillizzare l’opinione pubblica chiedendo scusa per aver impropriamente invitato i sindaci che avevano già espresso il proprio dissenso alla prospezione sismica, i quali sono tra l’altro in attesa di avere una risposta alle loro osservazioni contro l’attività mineraria nell’alta Calabria da parte della stessa Total. Vogliamo dire che ai francesi è mancato il bon ton?”.
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