James Russell Lowell, quasi due secoli fa, scriveva:
“Chi gode d'una ferma autorità presto apprende che la sicurezza, e non il progresso, è la più grande lezione nell'arte del governo”.
Ebbene, considerando l’avvio barcollante di questa amministrazione comunale, non ci illudiamo certamente di conseguire grandi risultati in termini di “progresso” della nostra comunità, inteso come miglioramento dei servizi (si pensi infatti, ad esempio, alla scellerata gestione dell’emergenza rifiuti o al bilancio di previsione, su cui torneremo), ma, quanto meno, un occhio vigile alla tutela degli esseri umani e dunque uno sguardo al tema della sicurezza, quello sì, francamente ce lo aspettavamo.
Non si comprende, nello specifico, come si possa pensare ad una città turistica che viva di mare senza considerarne la relativa sicurezza.
Il mare è meno sicuro, infatti, questa estate, per i bagnanti delle nostre spiagge.
Quali siano le motivazioni che abbiano portato l’amministrazione a non prendere in considerazione alcun progetto di sicurezza balneare (che pure è stato presentato) ad oggi non è noto.
Si potrebbe istintivamente ipotizzare una giustificazione che faccia leva sull’aspetto economico ma se si pensa che nel 2010 per tale servizio l’amministrazione ha stanziato un contributo di € 5.000,00 (cinquemila/00), a titolo di rimborso delle sole spese, ci si rende presto conto che la somma (soprattutto se confrontata con altre, ben più allegre, spese) è assolutamente congrua rispetto al tipo di servizio offerto ed ai benefici da esso derivanti (una sola vita umana salvata vale senz’altro molto di più).
D’altronde è anomalo che il Sindaco non sposi la causa dato che nella delibera di Giunta Municipale da lui presieduta quale vice Sindaco nel 2010 (“Mare sicuro”) scriveva di trovare conveniente la proposta anche alla luce della massima professionalità e della consolidata esperienza degli addetti al servizio.
Professionalità che peraltro è cresciuta nel tempo se si considera il serrato percorso di formazione svolto, tra mille sacrifici, da molti giovani volontari, oggi operatori qualificati di soccorso acquatico riconosciuti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto.
Il servizio di assistenza e di salvataggio lungo la costa del mare di Policoro avrebbe avuto effetti importanti sia in termini di sicurezza dei bagnanti, sia in termini di miglioramento della qualità dell’offerta turistica, sia – infine – in termini occupazionali, ben potendo rappresentare una forma, se pure embrionale, di incentivazione di nuove figure professionali del tutto compatibili con il nostro territorio.
Niente di tutto ciò.
Quest’anno, sulle nostre spiagge, sarà presente - a rotazione - unicamente una postazione mobile di primo soccorso con defibrillatore (servizio comunque quotidianamente espletato dalla Sssociazione Nautica e Motonautica Lucana per spirito di volontariato puro, senza alcun sostegno da parte del Comune) e, per il resto, in forza dell’ordinanza n. 205/2012 della CCPP, una adeguata ed onnipresente segnaletica atta ad informarci di una balneazione non sicura per mancanza del servizio di salvataggio, avviso, quest’ultimo, assolutamente doveroso e condivisibile ma indirettamente indicativo della totale assenza, anche in tale settore, della nostra amministrazione.
(Comunicato Stampa)
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