Si è conclusa giovedì sera la mostra del pittore di Nova Siri, Gaetano Dimatteo, intitolata "...Cielo livido dai venti attraversato fiorisce pallido..." realizzata in occasione dei 35 anni di attività. "È finita con un grande dispiacere - ha raccontato il maestro -, dopo un mese di lavoro, con un buon numero di visitatori. Penso avrebbe avuto più successo se fosse stata allestita al piano terra, invece che al primo piano della mia abitazione, anche se l'idea di allestirla in una casa è piaciuta a molti". Una ricerca spasmodica del colore in tutte le sue tonalità con una particolare attenzione al rosa. Esplosioni di colore, come le definisce Dimatteo, che hanno suscitato il plauso dei tanti visitatori, rimasti incantati da questa nuova collezione di opere, tanto che è stato unanime il giudizio positivo.
Allo stesso tempo però Dimatteo non ha rinunciato a portare avanti la sua personale battaglia contro il Museo della Follia, la mostra itinerante ideata da Vittorio Sgarbi, che ha aperto i battenti lo scorso fine settimana a Matera. "Ho continuato con questa protesta - ha spiegato Dimatteo - perchè avevo chiesto i costi economici di questa mostra, finanziata dal Comune e dalla Provincia di Matera, ma non ho mai ricevuto nessuna risposta. Sono partiti e non si sa dove vogliono arrivare. Farebbero bene a fermarsi e scendere da questo treno della "follia", anche perchè mi è stato detto che il signor Sgarbi percepisce in genere dei gettoni di non poco conto. Questi signori farebbero bene a dire la verità, anche se non piace, non fa bene a nessuno. Sgarbi ha trovato davvero tanti soldi in Basilicata poi ci lamentiamo che non c'è danaro, non possiamo comprare un pacchetto di sigarette, perchè le fabbriche chiudono, non c'è lavoro e la situazione è davvero critica".
Una protesta, iniziata tempo fa con la realizzazione di un manichino "vestito" da Sgarbi e poi riproposto in una nuova veste con un cappello con sopra scritto "Il diavolo a Matera", che continuerà anche nelle prossime tappe del viaggio del Museo della Follia. "Nessuno - ha spiegato - ha osato parlare di me. Avevo fatto una provocazione a cui si poteva anche rispondere. La mia storia è diventata anche un po' fanciullesca. Probabilmente, visto che la prossima tappa della mostra Il Museo della Follia sarà a Bari, farò una nuova performance portando il manichino di Sgarbi sui binari della stazione. Anche lui però è stanco perchè le sue apparizioni non hanno sortito l'effetto sperato. In Basilicata esistono molti artisti di talento, ma non c'è nessun libro che racconti il mondo della pittura lucana. Con i soldi spesi per questa mostra di Sgarbi si potevano aiutare tanti artisti, perchè purtroppo la Basilicata non è conosciuta da questo punto di vista. E invece di far venire artisti da fuori si poteva incentivare la nostra arte, mostrando il bello di questa terra".
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