venerdì 24 agosto 2012

Pista Mattei: la Basilicata vuole il suo aeroporto

Nessuna rete autostradale, un sistema ferroviario che lascia molto a desiderare, soprattutto vista la lentezza degli spostamenti e i continui ritardi. Così la Basilicata e soprattutto il turismo di Matera e Metapontino sembravano puntare tutto in questi ultimi anni sul nuovo aeroporto della Pista Mattei a Pisticci scalo per superare le difficoltà infrastrutturali che condannano la regione, da sempre, all'isolamento. Adesso però con un colpo di spugna il ministro per lo sciluppo economico, Corrado Passera, ha deciso di cancellare tutto con un colpo di spugna. Dopo tribunali e province è infatti pronta una lunga lista di aeroporti da cancellare, tra cui quello di Posticci.
Un'ennesima beffa per il territorio a cui le istituzioni vogliono dire no, soprattutto dopo che erano pronti i fondi del Cipe per la bonifica e ladisponibilità di imprenditori comeilregistaFrancis Ford Coppola a investire nello scalo. E lo fanno ora con forza prima tramite l'assessore regionale Vincenzo Viti, poi tramite il Presidente della Provincia di Matera.
L'assessore al lavoro della Regione, Vincenzo Viti, ha chiesto al Ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, di "riconsiderare il ruolo e le prospettive" della "pista Mattei" di Pisticci. Viti ha spiegato che sono oggi disponibili "le risorse occorrenti a bonificare il sito" occupato dall'Eni. Secondo l'assessore, "la scomparsa dell'impianto costituisce un grave pregiudizio per le prospettive di un'area che si sta aprendo ad una nuova stagione di investimenti nell'agroindustria".
“Sarebbe davvero l’ennesima ingiustizia, in odore di beffa, – hanno evidenziato il presidente della Provincia di Matera e l’assessore alle Attività produttive, Angelo Garbellano – se nei prossimi giorni il Consiglio dei Ministri dovesse approvare il Piano aeroporti, già predisposto dal ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, che lascia a terra lo Scalo Mattei di Pisticci. Una decisione che completerebbe il quadro di smantellamento dei presidi istituzionali, con relativo depauperamento delle potenzialità di sviluppo economico, che con il trascorrere dei giorni diventa sempre più chiaro. Un fallimento completo, a questo saremo condannati, senza azioni capaci di effettuare il correttivo a quella che a ragione possiamo definire una vera e propria manovra di affossamento”.

(Gianluca Colletta)

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