L'associazione culturale Locomotiva, nell'ambito della manifestazione Inquinamento Artistico 3.0, ha dato il via alla mostra fotografica “Il Sicuro Affuturato”. L’inaugurazione si è tenuta il 20 dicembre, alle ore 18:30, presso il Palazzo “D. Perrone”, in corso Vittorio Emanuele II n. 88, alla presenza del sindaco, Vito De Palma, dell’assessore alla P.I., Marilisa Mongelli e del presidente del consiglio comunale, Vincenzo Russo, delle autorità militari e scolastiche, dei rappresentanti delle associazioni ginosine e di un folto gruppo di visitatori. L’evento sarà aperto al pubblico sia alla mattina (10-13) che al pomeriggio (17-21), ininterrottamente fino al 6 gennaio prossimo.
Il titolo della mostra è una citazione del celebre fumettista e pittore Andrea Pazienza, un gioco di parole che ironicamente vuole richiamare il “futuro assicurato”, quello in cui gli individui, soprattutto le nuove generazioni, stentano ormai a credere, spesso cercandolo invano, barcamenandosi tra rassegnazione e voglia di reagire. Le foto esposte sono le 25 selezionate tra le partecipanti al concorso fotografico “Racconta il Talento” che si è chiuso il 10 dicembre scorso. Tema del concorso: il Talento, appunto, quello con la T maiuscola, forse l'unico elemento che può risollevare la comunità da questa situazione, nonostante i sentieri dissestati che esso stesso è costretto a percorrere ai giorni nostri. Una luce in fondo al tunnel della disperazione o della rassegnazione in cui si sono persi in molti a causa della crisi economica e di valori attuale. Angoscia e rassegnazione opposti a speranza e reazione, una dicotomia che si presenta anche nell'allestimento, in cui l’ordine delle linee geometriche del bianco e nero delle pareti va in contrasto in maniera netta con l’installazione al centro della sala. Installazione che si “sporca” dei colori della terra, del sangue e della sofferenza, quella di una generazione che rischia di vedere sacrificato il proprio futuro ad opera di un presente che dà scarsissime possibilità di espressione a quel talento che potrebbe salvarli. Non è un messaggio di accettazione passiva della realtà delle cose, ma una riflessione profonda su uno stato oggettivo, che ingabbia le menti, anche le più propositive. Coscienze assoggettate ad una stasi dalla quale si potrebbe uscire unendo le forze, aiutandosi vicendevolmente, seppur i ritmi della società moderna impongano un sordo individualismo. Una stasi che vede nelle capacità innate di ognuno, intese come talento, e nel sostegno reciproco, una speranza che dà sollievo e forza di reagire.Ad accompagnare i visitatori lungo il percorso della mostra, le musiche composte ad hoc da Andrea Dell’Acqua, Umberto Galante, Davide Giove e Antonello Tosto, che rendono ancora più suggestivo l’incontro/scontro tra il negativo della precarietà ed il positivo della speranza e del riscatto. Un voler guardare le cose come stanno, con disincanto e fuori da una retorica che spesso non tiene conto dell'amaro contesto e vuole vedere i giovani come “bamboccioni”, “choosy” o, peggio ancora, incapaci di darsi da fare. Una retorica che, pronto a contrastarla, trova il talento, che è in grado di scrollarsi di dosso le incertezze e aprire le “gabbie” per giungere alla piena espressione di sé.
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