"C'è un limite oltre il quale non si può andare". Così in un'affollata assemblea Gianni Fabbris, portavoce del comitato Terre Joniche, nato in seguito alle alluvioni del primo marzo 2011, ha illustrato le prossime battaglie. Un incontro che ha visto cittadini e istituzioni lucane e pugliesi insieme per tutelare il territorio e difendere i diritti. "Non vogliamo - ha detto Fabbris, portavoce Terre Joniche - contentini e saremo nei luoghi dove si fa campagna elettorale. Abbiamo già pronto un manifesto con i nomi dei parlamentari lucani e pugliesi che hanno votato il provvedimento che esclude le due regioni. È stato uno schiaffo in faccia a chi si vede negato il futuro". La recente Legge di stabilità ha infatti escluso le due regioni di Puglia e Basilicata da finanziamenti per la ricostruzione, assegnando a tutte le altre colpite da eventi uguali fondi per 105 milioni. Presso l'hotel San Marco il comitato Terre Joniche si è riunito, insieme a sindaci e rappresentanti di tutti i comuni costieri (Nova Siri, Craco, Policoro, Montalbano, Castellaneta, Ginosa, solo per citarne alcuni), in un'assemblea al termine della quale sono stati stabiliti obbiettivi e appuntamenti. Il prossimo 26 gennaio ci sarà una grande manifestazione in strada, mentre i rappresentanti dei comuni si sono impegnati a fare appositi Consigli per far arrivare al Presidente del Consiglio la richiesta di un intervento che modifichi la legge. Infine è stato stilato un documento con cui si chiede messa in sicurezza del territorio e risarcimento dei danni alla gente colpita dalla calamità. In totale 75 milioni di euro, divisi in 50 per la Basilicata e 25 per la Puglia, di cui la metà deve essere a carico delle regioni, il resto dello stato.
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