venerdì 25 gennaio 2013

Scanzano J.: vicenda azienda Fortunato, Fabbris (Altragricoltura) "mia intenzione turbare aste che condannano aziende agricole"

Al termine della Conferenza stampa/presidio tenuto davanti all'Istituto di Vendite Giudiziarie stamattina a Matera, in cui sono intervenute le diverse associazioni che stanno sostenendo la mobilitazione per impedire la vendita all'asta dei beni della Cooperativa CAB, Gianni Fabbris, coordinatore nazionale di Altragricoltura, ha diffuso una nota che ha inviato, fra l'altro, all'IVG di Matera. "Apprendo che stamattina 25 gennaio 2011, dopo che avevamo terminato il presidio-conferenza stampa presso l'Istituto Vendite Giudiziarie di Matera indetto in occasione del secondo tentativo di vendita all'asta dei beni della Cooperativa Agricola di Basilicata (C.A.B.), una funzionaria dell'IVG uscendo dai locali dove era andata deserta l'asta, ha chiesto di sapere chi fosse intervenuto nell'iniziativa e perchè ci fossero state delle telecamere, asserendo che in questo modo “qualcuno che poteva essere interessato a comprare non si sarebbe fatto avanti...” e che questa sarebbe stata “turbativa d'asta”, dunque un reato. Bene! Vista la solerzia, mi preme rendere noto quanto segue: Mi chiamo Gianni Fabbris, nato a Sant'Arcangelo il 9/7/1958, residente in Policoro in Via Penelope 110 ed ogni altro mio riferimento può essere facilmente riscontrato presso la DIGOS di Matera (ma anche di tante altre parti del mondo e d'Italia per via delle innumerevoli iniziative condotte da molti anni in difesa dei diritti degli agricoltori e dei cittadini) e sono il Coordinatore Nazionale di Altragricoltura (associazione sindacale degli agricoltori e dei cittadini per la Sovranità Alimentare) e sono uno di quelli che era presente davanti all'IVG. La mia intenzione di stamattina, come quella dei prossimi giorni, è stata e sarà proprio quella di “turbare questa e le altre aste che cercano di vendere i beni degli agricoltori” condannando alla morte le aziende e privando i cittadini del diritto sacrosanto di avere uomini e donne al lavoro nei campi. Se questo è un reato denunciatemi subito (e con me gli altri complici, sempre più numerosi, di questo gravissimo reato), non vedo l'ora! E come me non vedono l'ora le centinaia di aziende del metapontino che, sotto lo schiaffo delle Banche, degli usurai, degli speculatori commerciali e finanziari, dei parassiti di una buracrazia cieca ed ottusa e degli Enti di riscossione, non sono più disposte ad accettare in silenzio di andare al macello come agnelli sacrificali sull'altare della speculazione e della responsabilità politica. Il nostro obiettivo è proprio quello di accendere un faro di luce su quanto sta accadendo e non riuscirete a proseguire nel silenzio e nell'ombra. Io ho un nome ed un cognome, vogliamo conoscere quello di coloro che proveranno a comprare all'asta e di quanti si saranno resi complici del crimine sociale della chiusura delle nostre aziende. Lo diffonderemo. Ci vediamo nei prossimi giorni!”

(Comunicato stampa, Gianni Fabbris)

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