L’animale a sei zampe, i ricordi si fanno memoria
Una famiglia patriarcale lucana della prima metà del secolo scorso, rozzi e schietti uomini dei campi, animali asserviti all’economia e compagni dell’umano destino, fantasmi immaginari eppur reali. E poi la sottomissione al Regime e la guerra, gli usi e i costumi di gente non così semplicecome spesso appare volgendo lo sguardo al passato, le feste e le fiere di paese, le traversie dell’amore, la superstizione convivente con una religiosità devota. Sono alcuni degli elementi chedefiniscono il romanzo L’animale a sei zampe di Vincenzo Celano, pubblicato nei giorni scorsi dalla casa editrice Edigrafema.
Chiari i riferimenti alla storia personale che l’autore ha recuperato dai cassetti polverosi dei ricordial fine di allontanarla dall’oblio e traslandola, in particolare per le nuove generazioni, in memoria collettiva.
L’animale a sei zampe è il primo romanzo dello scrittore di Castelluccio Inferiore, dopo il raccontoI pesci non hanno oroscopo per la sera, con la pregevole introduzione di Giorgio Bàrberi Squarotti,il successo dell’opera di narrativa venatoria La beccaccia e il professore e la pubblicazione di linguistica La pentola dell’esistenza.1000 e più proverbi e sentenze castelluccesi.
“È un narratore passionale e misterioso che racconta l’uomo e la natura con la veemenza di Verga e l’erotismo di Lawrence”, scrisse di lui qualche anno fa Raffaele Nigro in “Viaggio in Basilicata”.
Nel 1981, Celano ha vinto il premio di poesia “Città di Legnano Giuseppe Tirinnanzi” con i versiNon alghe d’oro, ma frutti di vivissimo fuoco. Nel 2006, il Museo civico di Storia naturale di Jesologli ha conferito la medaglia d’oro con diploma di merito alla carriera letteraria.
Ama definirsi un “navigatore di boschi” e accarezza l’idea che un giorno la propria lapide riporti incise le parole di Cesare Pavese: “Fin da ragazzo, mi pareva che andando per i boschi senza un cane avrei perduto troppa parte della vita e dell’occulto della terra”.
Per l’editore Antonella Santarcangelo “l’opera si inserisce a pieno titolo tra quelle rappresentative della storia e dell’identità del popolo lucano e, ancor più, consente parallelismi con altri contesti geografici del Paese, testimoni di un periodo sospeso tra le urgenze di una terra amica e lo spettro sconosciuto ma patito della guerra”.
Il libro verrà presentato in anteprima a Castelluccio Inferiore il prossimo 17 agosto. All’evento, coordinato dal giornalista Francesco Belsito, interverranno l’autore, l’editore e lo scrittore di origini lucane Andrea Di Consoli.
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