martedì 3 settembre 2013
Anche i nani di Biancaneve vantano diritti sul petrolio-catrame Lucano
Dopo Terlizzese anche i nani di Biancaneve potrebbero vantare diritti sul catrame lucano
Prima Profumo (consigliere ENI), Recchi (Presidente ENI), Tabarelli (Presidente Nomisma Energia), ora Terlizzese (Unmig) ,tutti vogliono estrarre il catrame lucano, sventolando investimenti, e le sempre solite royaltes trite e ritrite del lungo periodo . Tra un po’ anche i simpatici personaggi dei cartoni animati dei nani di Biancaneve (minatori di professione) potrebbero vantare diritti sul catrame lucano, ma loro per fortuna a differenza di altri sono generosi e altruisti fosse per il solo motivo che piacciono tanto ai bambini. Per un attimo i giornali ci hanno propagandato (dopo la pessima figura rimediata dai parlamentari lucani sulla card carburanti) altri miliardi dal petrolio e nuove infrastrutture da petrol-catrame come l’alta velocità da Potenza o le strade trasversali ai promontori lucani. Il solito quotidiano bluff della stampa desolforizzata sull’arricchimento da catrame. Non siamo diventati una colonia dei petrolieri e siamo ancora in Italia, qui paghiamo le tasse e le infrastrutture ci toccano di diritto e non sono una concessione sull’estrazione del petrolio. Né tantomeno dobbiamo distruggere una regione e il suo futuro per aspettare imposte che dovrebbero andare nelle casse dello stato, per poi essere concesse ai lucani, per il semplice motivo che il nostro PIL sostenibile produce più tasse nel tempo di quello del petrolio a termine. Il sottosuolo non è proprietà privata di qualcuno e in democrazia tocca alle comunità locali deciderne il futuro che in nessun modo può essere messo in discussione da politici, partiti, multinazionali e burocrati. Prima del catrame i lucani e gli italiani devono difendere la risorsa strategica nazionale costituita dei bacini idrici lucani, che soddisfano milioni di persone e intere economie in Basilicata, Puglia e Calabria .
Se siamo arrivati purtroppo a tanto, è perché in Basilicata la politica locale redige con il governo accordi a perdere come il memorandum sulle estrazioni del petrolio. Sicuramente i Latronico, i Viceconte, i De Filippo, i Pittella o i Mattia non avrebbero mai venduto casa propria o il proprio terreno in virtù di una promessa di pagamento. L’hanno invece fatto con il memorandum impegnando con un accordo per un futuro di benefici senza data la proprietà dei lucani che in quest’operazione non sono stati minimamente coinvolti, come accade in una regione democratica con i referendum e gli strumenti consultivi. Un accordo vuoto di benefici reali e certificati che invece promuove lo sfruttamento del sottosuolo per opera delle compagnie petrolifere. A chi giova ulteriori accordi del memorandum quando i trenta denari delle royalites frutto delle estrazioni petrolifere, costituiscono appena circa il 3% del bilancio regionale, quando in realtà ne abbiano perso circa il doppio (6%) in fondi UE per infrastrutture reali e posti di lavoro per le imprese a causa del Pil drogato dalle estrazioni petrolifere che hanno fatto diventare la Basilicata, una regione ricca quando in realtà è la più povera d’Italia (Istat 2011).
Nessuno gioirà in Lucania sig. Terlizzese per le infrastrutture petrolifere e o l’oleodotto più grande d’Europa o per i bilanci delle compagnie petrolifere se tutti questi investimenti sono un pericolo per l’acqua, le economie locali e o il PIL reale e vero che invece i lucani perderebbero a causa delle estrazioni petrolifere. Ad ogni modo il movimento No Triv vuole vederci chiaro su alcuni aspetti. In effetti, è possibile ed è legittimo che Terlizzese in virtù della sua funzione nell'ambito dell'Umnig possa assumere una posizione così chiara e netta a favore delle estrazioni del petrolio? La questione merita di essere chiarita per capire quali sono le funzioni, i ruoli istituzionali di questi signori che annunciano soddisfatti di essere favorevoli all'estrazione di petrolio per capire se tali affermazioni possano essere in contrasto con le funzioni svolte in ambito a enti pubblici e ministeri a tutela dell’Ambiente e del Territorio che dovrebbero operare con imparzialità e terzietà. E' possibile parlare di terzietà e imparzialità quando si proclama a mezzo stampa di essere favorevoli ad incrementare lo sfruttamento del territorio???
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