lunedì 9 settembre 2013

Gli ossimori chimici della politica lucana



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«Ecco cosa dicevano, e non ieri, ma nel 1999 su rivista della Society of Petroleum Engineers: hanno pompato acido HCl a tassi massimi da solo dall'inizio e in fase piu' sofisiticata con misteriose "pillole viscose". Direttamente dalla penna dei capoccioni dell'ENI: S. Mascarà, A. D’Ambrosio, A. Zambelli, V. Gili, della Baker Oil, S. Loving e della Schlumberger, M. Dossena».

La professoressa italo americana, Maria Rita D'Orsogna ci svela che già dal 1999 il sottosuolo lucano è stato interessato dall'uso di sostanze acide altamente tossiche nelle attività estrattive. Alla faccia, dunque, di chi si è beccato, da parte della nostra risentita classe politica regionale, in questi anni di denuncia delle pericolose effrazioni petrolifere in Basilicata, insulti ed etichette varie che andavano dall'estremista, all'allarmista, all'avvoltoio, al corvo … eccetera eccetera, mentre i movimenti e non le istituzioni chiedevano se il nostro sottosuolo e la nostra acqua venissero "irrorati" da acidi corrosivi e tossici (la Basilicata è uno dei bacini idrici più importanti d'Europa e dà acqua da bere, da irrigare e da mangiare a milioni di persone, di ettari di terra e di bestiame da allevamento e selvatico). Inutilmente, ad esempio, sono stati chiesti, in tutti questi anni e su consiglio di uno dei più famosi geologi internazionali, il professor Leonardo Seeber, i piani ingegneristici dei singoli pozzi estrattivi (in sostanza è la sequenza di cosa incontrano e cosa immettono nel sottosuolo le società minerarie quando queste arrivano finanche a 7 km. di profondità per estrarre idrocarburi).
Chissà, forse sarebbe il caso di chiedere una Norimberga per tutti gli amministratori (e i dirigenti dei dipartimenti ambiente e delle agenzie di non-controllo) che in questi anni si sono sbizzarriti più in etichette fantasiose da affibbiare agli ambientalisti, che in controlli di ciò che facevano l'Eni & C. nel nostro sottosuolo.
Ricordo che, per aver fotografato e scritto un articolo su alcuni fusti con croce di Sant'Andrea al pozzo "Morano" di Policoro (un articolo che produsse un'ordinanza di sgombero di quei fusti), la Gazzetta del Mezzogiorno, io e il Comune di Policoro abbiamo avuto, circa tre anni fa, una minaccia di querela da parte della Gas Plus Italia, che allegava un elenco "certificato" dal Ministero dello sviluppo economico (sai che serenità?) di polimeri "innocui" da usare nella perforazione/estrazione di gas in contrada Bosco Soprano.
Polimeri innocui, ma con Croce di Sant'Andrea disegnata sui loro fusti ….. contraddizione, arroganza o ossimoro chimico? Vallo a capire!
Per saperne di più, vi invito a cliccare (o a fare copia e incolla) dei link qui di seguito segnalati dalla D'Orsogna:
http://dorsogna.blogspot.it/2013/09/la-basilicata-acidizzata.html
http://www.halliburton.com/public/pe/contents/Data_Sheets/web/H/H09506.pdf
http://www.onepetro.org/mslib/servlet/onepetropreview?id=00054738
http://www.halliburton.com/public/pe/contents/Data_Sheets/web/H/H01157.pdf
Dunque …. mentre i lucani hanno fatto, senza essere avvisati, da cavie umane, favorendo l'arricchimento delle compagnie minerarie (25 milioni di dollari solo dalla tecnica della perforazione orizzontale con acidi, dice la D'Orsogna) e mentre il nostro sottosuolo, la nostra acqua, i nostri sedimenti raggiungevano elevati standard di inquinamento grave da metalli pesanti, nel silenzio degli enti "certificatori" (?), tutti bravi nel tranquillizzarci col grido «È tutto a posto», il Pd di Basilicata (non se ne abbia) ha ripreso la sua campagna elettorale nonostante in questi decenni di governo unito Pd/Pdl, abbia da nascondersi più che da "comiziare".
Infatti, sui giornali di oggi, domenica 8 settembre, c'é l'invito fatto da Pietro Lacorazza al Pdl, a rimanere uniti sul tema petrolio (e quando mai sono stati separati, sia prima che dopo il fatidico Memorandum di Viceconte/De Filippo?), e a chiedere populisticamente royalties al 40% (Lacorazza sa bene che se si impegna, qualora diventasse governatore, avrà bisogno di almeno due mandati elettorali per ottenere non l'incremento, ma l'apertura di una trattativa. Due mandati sono dieci anni di tempo, giusto il necessario per svuotare il sottosuolo lucano del suo petrolio, con buona pace del tema delle royalties).
Non una parola, invece, su quanto denunciato dalla D'Orsogna e sulla qualità dell'acqua che dal 1999 ci fanno bere e …. mangiare.
Vi informo anche che il probabile candidato governatore del Pd alle prossime regionali non ha saputo neanche rispondere (ma non saprebbero rispondere nemmeno Filippo Bubbico, Vito De Filippo o l'autore della denuncia al tenente Giuseppe Di Bello, l'allora assessore all'ambiente Vincenzo Santochirico) a una studentessa di Viggiano (cliccare su http://liberosservatoriovaldagri.files.wordpress.com/2012/08/lacorazza.pdf).
La quale, in maniera diretta e con molta semplicità ha chiesto a Lacorazza, in un incontro pubblico in Val d'Agri, come mai «tanto accanimento su Di Bello, che è stato condannato per aver rivelato segreti di ufficio, ma non spiega perché le pubbliche amministrazioni, si accaniscano su chi rivela la verità mentre non mettono altrettanta energia (vedi vicenda ARPAB) per portare i cittadini a conoscenza immediata e trasparente dei pochi dati dei monitoraggi ufficiali e non richieda che siano ricercati i responsabili degli inquinamenti!».
Ma si sa, le domande, più sono semplici e dirette e più sono difficili da rispondere …. quando non sei politicamente corretto coi tuoi stessi elettori.
Un saluto,
e.p.

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