mercoledì 25 settembre 2013
La montagna del Memorandum ha partorito il topolino dei ricatti
La firma del decreto ministeriale Economia e Finanze 12 Settembre 2013 (G.U. n 223 del 23/9/2013) previsto dall’articolo 16 del Decreto Liberalizzazioni (n.1/2012) – che mira allo sviluppo degli investimenti infrastrutturali ed occupazionali nei territori interessati da attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi – mette in risalto, tutta la sua drammaticità, il vero significato del Memorandum lucano. Quello che consentirà il raddoppio delle estrazioni petrolifere non solo nelle valli del Sauro e dell’Agri ma nell’intera Basilicata (gli obiettivi dichiarati dal MISE sono quelli di estrarre dal 7 al 14%)…
Infatti, i “sensibili vantaggi – economici e sociali – soprattutto per il Mezzogiorno, in particolare per la Basilicata”, come propagandato perentoriamente da fonti ufficiali della Regione Basilicata, in realtà non passerebbero per l’attuazione dei programmi petroliferi già autorizzati, bensì sarebbero assolutamente vincolati alle autorizzazioni ed allo sviluppo di nuovi permessi di ricerca e concessioni”.
Questo è quanto si evince – fa rilevare la Ola – dalla lettura del decreto firmato dai ministri dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato e dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. Lo speciale Fondo – in ottemperanza alle disposizioni della Strategia energetica nazionale – si applica alle “attività di coltivazione relative a progetti di sviluppo presentati a decorrere dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente decreto” e per quei “progetti strategici, sia di carattere infrastrutturale sia di carattere immateriale, di rilievo regionale, provinciale o locale, aventi natura di grandi progetti o di investimenti articolati in singoli interventi di consistenza progettuale ovvero realizzativa tra loro funzionalmente connessi”.
Ed ancora all’art. 4 del decreto si legge”le disposizioni del presente decreto si applicano alle società costituite a decorrere dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente decreto, che realizzano nuovi progetti di cui all’art. 1, comma 4…e per i dieci periodi di imposta successivi al rilascio dell’autorizzazione all’esercizio degli impianti relativi ai nuovi progetti di sviluppo”.
Una nuova spada di Damocle dunque – denuncia la Ola (Organizzazione lucana ambientalista) – appesa sulla testa dei lucani e dell’intero territorio della Basilicata che in questo modo si rende totalmente disponibile alle compagnie petrolifere già attive con progetti di ampliamento ed a quelle che arriveranno con nuove istanze di permessi di ricerca.(ola)
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