lunedì 1 settembre 2014
Servirebbe un decreto “libera la Basilicata”
Sono stanco di vedere la mia terra morire giorno dopo giorno, è quanto dichiara il Presidente del consiglio comunale di Policoro Gianluca Modarelli (FI). Sono stanco di leggere dati pietosi sulla nostra Regione, a cui spettano i “record” più tristi, povertà diffusa ed emigrazione giovanile su tutti. La Basilicata è la regione più povera d'Italia, i dati Istat parlano chiaro, le aziende agricole si sono dimezzate nell'arco di 10 anni, il tasso di disoccupazione costantemente in crescita: nella sola Val d'Agri (dove è più intensa l'attività dei petrolieri) ci sono 8 mila persone tra disoccupati e inoccupati. Abbiamo oltre 400 siti contaminati dalle attività estrattive, dati della Commissione Bicamerale sul Ciclo dei rifiuti, ed una percentuale di morti per tumore più alta della media nazionale. Basilicata: patria di gente una volta fiera e combattiva, costretta ora a vivere dell’elemosina dei petrolieri che abusano delle nostre ricchezze e di questa sinistra al potere ormai da troppi anni che, abbindolando la popolazione lucana, con corsi di formazione fantasma, ha costruito un impero di clientelismo di estensione incalcolabile. Siamo stufi di vedere la nostra terra usurpata, sfruttata e abbandonata. La nostra terra è ricca di risorse energetiche, ambientali e culturali. Abbiamo un amplissimo bagaglio di storia e cultura, con città del calibro di Matera, Lagopesole, Venosa, Melfi. Quanti hanno visitato i Sassi del capoluogo di provincia lucano ne sono rimasti profondamente affascinati, piccole abitazioni costruite da un materiale povero e semplice come il tufo, simbolo di una civiltà contadina. Fortunatamente, lo sviluppo promosso in questa città negli ultimi anni, insieme con l’abilità dei materani nell’investire i fondi europei, hanno fatto sì che i Sassi venissero dichiarati patrimonio dell’Unesco e che Matera fosse candidata al titolo di “Capitale Europea della Cultura del 2019”. Questa iniziativa porterà migliaia di turisti nella città lucana. E allora, perché – continua Modarelli - non pensare di puntare sulla cultura anche in altre zone della Basilicata? Si potrebbe, ad esempio, creare una sorta di “itinerario Federiciano” tra i castelli di Melfi e Lagopesole: essi, infatti, racchiudono al loro interno secoli di storia durante i quali, soprattutto grazie ai Normanni e agli Svevi, raggiunsero il loro massimo splendore. E così, come queste due città costituirono dei punti di riferimento per tutto il Sacro Romano Impero, in quanto centri d’attrazione culturale e naturale, potrebbero divenire un polo d’attrazione nevralgico per l’Europa e il Mediterraneo. Un itinerario culturale, per ridare nuovo splendore a queste due cittadine e alla Lucania intera: perchè no? Basterebbe lasciare da parte le gelosie e l’egoismo, ed investire sulla cultura per rilanciare la nostra terra a livello nazionale prima, ed europeo poi. Sarò anche un’utopista, ma preferisco essere un sognatore, piuttosto che rassegnarmi ad una triste realtà. Siamo schiavi – conclude Modarelli - di un sistema che è stato creato da chi ha riposto la propria fiducia in persone immeritevoli di ricoprire cariche importanti. La mala-politica ha distrutto tutto, ma non la mia, la nostra, voglia di affiancare alla protesta la proposta.
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