Mottola, assemblea Coldiretti Taranto e Bari.
L'appello del presidente ionico Cavallo: «Riprendiamoci il mercato»
Alfonso Cavallo, presidente della Coldiretti ionica, ha richiamato "alle armi" i dirigenti di Bari e Taranto riuniti in assemblea a Mottola. Si parlava soprattutto di prezzo del latte, pagato sempre meno e minato dalla concorrenza sleale, ma il tema della commercializzazione ha finito per toccare tutta la gamma delle produzioni italiane, e pugliesi, che sembrano avere un nemico comune: l'Europa.
«Abbiamo dovuto sopportare scelte illogiche - ha aggiunto Cavallo - e, nonostante tutto, siamo riusciti a costruire un'agricoltura eccellente, riconosciuta come tale in tutto il mondo». E che riesce a difendersi anche da attacchi mediatici, come il recente clamore sul caporalato, che descrivono un settore che non esiste: «Le nostre aziende ne sono immuni - ha spiegato il presidente tarantino -, i nostri imprenditori sono i primi a preoccuparsi della legalità nelle loro aziende. Mi sarei aspettato la stessa "attenzione" quando siamo stati costretti a vendere i nostri prodotti a prezzi irrisori».
Come il latte, svenduto per star dietro al prodotto estero, che varca i nostri confini per diventare magicamente "italiano". La strada che la Coldiretti ha tracciato, come spiegato dal direttore regionale Angelo Corsetti, è quella dell'indicizzazione del prezzo: «Lo abbiamo proposto al ministro, affinché si introducano criteri che garantiscano la soddisfazione di tutti. Il nostro obiettivo è arginare lo strapotere delle multinazionali estere, con un prodotto di qualità che rinsaldi il legame tra produttori e società civile».
Azioni concrete, quindi, che non devono puntare alla "pancia" del settore. Perché protestare e basta può essere una scelta, ma protestare e proporre è una necessità: «Il premier Matteo Renzi - ha spiegato il presidente Cavallo - durante la giornata dell'agricoltura organizzata da Coldiretti all'Expo, ha riconosciuto il nostro ruolo di "forza amica", confermando che le nostre posizioni sono sempre un passo avanti. Ecco perché siamo riusciti a guadagnarci l'attenzione del governo, a strappargli l'abolizione dell'Imu agricola e dell'Irap, perché abbiamo puntato sempre al confronto intelligente e non solo allo scontro».
Questa strategia, però, deve essere declinata anche all'interno dell'associazione. Cavallo ha invitato tutti a lavorare per promuovere le filiere produttive, i consorzi, per evitare quelle divisioni che impediscono lo sviluppo del settore: «Ogni azienda che chiude è un pezzo di territorio che viene abbandonato. Stiamo insieme, invece, perché i nostri prodotti sono unici, ci distinguono da chi si sforza di imitarci. Dobbiamo essere orgogliosi delle nostra capacità, della nostra spinta all'innovazione, del nostro "Made in Italy": solo insieme possiamo riprenderci il mercato».
Il futuro disegnato dalla Coldiretti locale, quindi, guarda all'agricoltura come ad un'alternativa: idealmente lo è già oggi, rispetto alla stanca deriva dell'industria pesante tarantina, lo sarà concretamente se il nuovo Programma di Sviluppo Rurale (in fase di redazione) saprà offrire meno burocrazia e più risposte al crescente interesse dei giovani per il settore.
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