mercoledì 3 febbraio 2016

"Avevamo ragione noi"

La storia inizia nel 2007, quando una comune guerra tra vicini coinvolge l’ufficio tecnico di Montalbano Jonico a cui uno dei due coinquilini si era rivolto per eseguire opere edilizie su una parte di fabbricato di cui era proprietario.


L’altro coinquilino , Andrea Tuzio, pur di arrecare danno al primo ha sparato una serie di bordate contro l’Ufficio che aveva gestito la pratica, fino ad ottenere il rinvio a giudizio dell’Ing. Michelina Larocca, del geom. Rocco Breglia e del sindaco di allora prof. Leonardo Giordano.


Il processo si concluse nel 2011 con una condanna a sei mesi dei tre imputati, oltre il pagamento di alcune migliaia di euro a favore di Tuzio a titolo di risarcimento.


Per quanto increduli, di fronte ad una sentenza di condanna di sedici pagine fitte, Larocca, Breglia e Giordano hanno preso atto della sentenza, hanno inviato la somma stabilita dal tribunale all’avv. Zullino (legale di Tuzio); per qualcuno, in difficoltà di fronte ad un esborso cospicuo ed imprevisto, anche ricorrendo al pignoramento del quinto dello stipendio.


L’ing. Larocca ha rimesso l’incarico di responsabile dell’Ufficio Tecnico in ossequio alla Legge Severino, probabilmente uno dei pochi casi in Italia.


Questo è l’antefatto, da qui si è scatenata una campagna di delegittimazione dell’Uffici Tecnico, l’avv. Zullino si è profuso in una serie di comunicati stampa, dichiarazioni fino a pubblicare l’intera sentenza di condanna.


La stampa ha dato ampio spazio alla vicenda.


L’esito del processo è stato purtroppo confermato in Corte d’Appello nel 2012.


Finalmente nel 2013 si vede un po’ di luce: grazie al serio ed appassionato lavoro e allo spessore professionale degli avvocati Ferdinando Izzo e Rocco Mauro, in Cassazione viene annullata la sentenza della Corte di Appello di Potenza perché priva di motivazione, e disposto un nuovo processo presso la Corte di Appello di Salerno.


Sono necessarie altre tre udienze per arrivare a una definitiva e piena assoluzione sia dell’ing. Larocca che del geom. Breglia che dell’ex Sindaco Giordano che finalmente nell’ottobre 2014 hanno visto riconosciuta la correttezza del loro operato.


A questo punto l’avv. Zullino avrebbe dovuto prendere atto della sconfitta e invitare il suo cliente Andrea Tuzio a restituire quanto incassato a seguito delle sentenze di condanna.


Ma, naturalmente, chi è stato velocissimo ed inflessibile nell’incassare, diventa restio nel restituire.


Pur di non mollare l’osso, Zullino presenta ricorso di nuovo in Cassazione contro la sentenza di assoluzione della corte di appello di Salerno, fondato sul nulla, conseguendo come risultato, nell’udienza del 15 gennaio scorso, il rigetto del ricorso perché palesemente inammissibile, nonché la condanna al pagamento delle spese processuali e di una cospicua sanzione .


Ora il bilancio di tutto questo è:




  • Una sentenza di condanna in primo grado

  • Una sentenza di condanna in Appello di Potenza

  • Una sentenza della Cassazione che annulla quella della Corte di Appello perché priva di motivazione

  • Una sentenza di assoluzione piena della Corte di Appello di Salerno

  • Una sentenza della Cassazione di inammissibilità del ricorso di Zullino e condanna del ricorrente


Forse abbiamo dimenticato di dire che il motivo del contendere era la realizzazione di un parapetto in mattoni forati alto 70 cm.


Tutto questo è costato caro allo stato che ha dovuto mettere in piedi cinque gradi di giudizio per questa vicenda, e costerà caro a chi dovrà rispondere del danno arrecato nel perseguitare con protervia persone che hanno correttamente svolto il proprio lavoro come riconosciuto in sede di giudizio.


Oggi l’ing. Larocca ha accettato l’incarico di dirigente in un altro comune, il geom Breglia continua ad operare nel settore edilizio del comune di Montalbano, il prof. Giordano è consigliere comunale di opposizione.


Pensate che chi ha capitalizzato questa lunga campagna contro l’ufficio tecnico abbia sentito oggi il dovere di riconoscere la sentenza di assoluzione? Non è successo e non ne rimaniamo sorpresi, l’eleganza e la correttezza sono merce rara e quindi, a maggior ragione apprezziamo che questa testata giornalistica abbia voluto dare spazio a questa vicenda perché non fosse raccontata solo la prima parte ma ne fosse raccontato anche l’epilogo.


Non possiamo non rimarcare la nostra stima e gratitudine nei confronti degli avvocati Izzo e Mauro che in tutti questi anni ci hanno seguito e hanno contrastato l’azione perversa di chi ha capoticamenteperseguito un obbiettivo persecutorio.

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