mercoledì 3 febbraio 2016
Violenza fisica e verbale sessista, non bastano nè quote rosa nè convegni, serve una grande rivoluzione culturale
Negli ultimi due giorni rimaniamo basite di fronte alla violenza verbale e sessista che dilaga dal web alla TV, dopo l'annuncio fatto da Giorgia Meloni della sua gravidanza.
La confusione che regna sovrana tra famiglia tradizionale (uomo e donna che davanti a Dio si giurano eterno amore, procreando successivamente) e famiglia naturale (un uomo e una donna che decidono di mettere al mondo un figlio) credo sia la chiave di questo dilagante fiume di parole pesanti come sassi, volgari e meschine, commenti degni delle peggiori comari di paese.
Assistiamo scandalizzate e preoccupate a una serie di atti di violenza fisica, assistiamo a episodi di violenza verbale. Ormai la violenza prevale persino sull'arrivo e la gioia che dovrebbe suscitare una nuova vita.
Ci rattrista constatare, ancora una volta, che sono proprio le donne le tristi protagoniste in questo frangente. Le stesse donne di quella sinistra democratica e lastricata di buone intenzioni (come la strada per l'inferno d'altronde), le fautrici di battaglie a difesa delle donne (non di tutte ma di quelle che hanno la tessera di partito del loro stesso colore) le stesse donne che scendono in piazza e organizzano convegni contro la violenza sulle donne, che manifestano per la libertà (la loro naturalmente) per poi utilizzare epiteti, espressioni e condanne da tribunale di Forum, dando vita così ad un vortice pericoloso di odio e livore, che si espande a macchia d'olio attraversando vecchie e nuove generazioni, soubrette e intellettuali.
La Meloni è una donna impegnata nella vita politica, un leader nazionale, una donna coraggiosa ma è soprattutto una donna innamorata, una donna che all'apice della sua felicità personale annuncia la sua gravidanza ed è messa alla gogna perché lo annuncia durante il family day (da qui la confusione tra famiglia tradizionale e naturale, maledetta confusione quanti danni che fa).
Il branco del web eterogeneo e compatto si scaglia sulla vittima di turno in un gioco perverso già rodato, le democratiche, le femministe, i benpensanti, i repressi, i bigotti, i confusi, le bramose di visibilità e i mai domi intellettualoidi radical chic, per una volta, tutti dalla stessa parte, senza vergogna, dimenticando che sono proprio loro a gridare nelle piazze e sul web il diritto alla libertà.
Ci vergognamo in questo momento di appartenere ad un unico genere, quello umano. Per migliorarlo non basteranno nè quota rosa nè convegni, ci vorrà (se mai accadrà) una grande rivoluzione culturale. A te Giorgia i nostri migliori auguri, che nasca un fratellino o una sorellina d'Italia siamo certi avrà una madre di cui andare orgoglioso.
Potenza, 3 febbraio 2016
Mary Zirpoli, Responsabile regionale Dipartimento pari opportunità Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento