mercoledì 25 gennaio 2017

GREEN POWER TECNOLOGY: Lavoratori abbandonati

energia-verde

La storia della Green Power Tecnology è una delle tante. Tanto clamore , incontri su incontri e poi il nulla. Ma il nulla sono quattordici famiglie in mezzo ad una strada ed ormai dimenticate da tutti.

Una beffa ai danni di questa Terra e dei lavoratori. Uno scippo di Fondi e poi l’epilogo di “battenti” chiusi in meno di dieci anni.

Questa la storia .  Nel 2004 il Ministero delle Attività Produttive, attivava, per le Regioni rientranti nell’obiettivo 1, tra cui la Basilicata, la Misura 2.1 a, rientrante nel programma operativo Nazionale (PON 2000-2006).  Si trattava in sostanza del secondo bando e ad aprile 2004 con circolare n.946130 lo stesso Ministero stabiliva le modalità applicative per la Misura 2.1 a PIA Innovazione. Finalità “Iniziative concernenti un programma di sviluppo precompetitivo e il conseguente programma di industrializzazione dei risultati, oltre ad attività di formazione professionale”.I termini per la presentazione delle domande di partecipazione venivano prorogati e fissati al 30 luglio 2004- (precedentemente erano fissati al 14 luglio 2004).Con decreto  del 01.03.2006, il Ministero  pubblica la graduatoria delle imprese a cui venivano assegnate dei fondi e nell’allegato 1, al numero progressivo 216,si rinviene la Green Power Technology srl, ( in seguito indicata con GPT),  indicata come PMI con assegnazione di una somma pari a 5.106,60 K€. La suddivisone prevedeva un impegno di K€ 3.340,10 per l’innovazione ed K€ 2.133,80 per l’industrializzazione, mentre nessun importo veniva concesso per la formazione professionale. I fondi assegnati sono i c.d. FSE e FESR. Le imprese dovevano risultare all’atto della domanda di presentazione iscritte nel registro delle imprese e possedere i requisiti previsti dalla Legge 42/92 e Legge 488/92.Di tutto ciò, nulla o quasi è stato realizzato. Stabilimenti dichiarati operanti ad una certa data ma che in realtà risultavano inagibili e quindi non in funzione. La missione dell’azienda era quella di costruire turbine idrauliche e termiche, un centro di ricerca per progetti, realizzazione e sviluppo sistemi per compressione gas, attività rivelatasi solo marginali e momentanee presso lo stabilimento lucano. In realtà, tutta la lavorazione avveniva invece a Porto Recanati presso la G&E. Macchinari acquistati e mai utilizzati. Formazione degli addetti ai lavori tenutasi presso la sede G&E non finalizzata alle lavorazioni dello stabilimento lucano.  E dopo soli pochissimi anni di attività ed una marea di fondi incassati, la richiesta di ammortizzatori sociali per  i dipendenti. Ad oggi la Green Power Tecnology è in liquidazione . Dopo tanti incessanti tavoli regionali, che dal 06/09/2016 al 07/11/2016 si sono svolti con tecnici regionali , assessori e dirigenti delle attività produttive, il 07/11/2016 la vertenza si è chiusa con un incentivo all’esodo di 10.000 € (un posto di lavoro tanto vale in Basilicata) piu’ le spettanze di sette mesi e il TFR spartiti in 12 mesi. Ma oltre al danno la beffa perchè già dal primo mese di scadenza  l’azienda inizia a non pagare nei tempi prestabiliti presso l’ufficio territoriale del lavoro spostando il pagamento al 20/12/2016  mentre il secondo versamento ancora a tutt’oggi 23/01/2017 non è stato effettuato e nel frattempo i macchinari acquistati con i fondi destinati alla Regione Basilicata vengono trasferiti a Porto Recanati presso l’azienda madre! E lo stabilimento? Chiuso. Ed i reflui della lavorazione immessi in pozzi di cemento? Permangono nel sottosuolo e non vengono bonificati da nessuno. Questa è la triste storia di una Regione scippata e beffata.

                                                                                                                                                                               Avv. Dina Sileo

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