sabato 25 agosto 2012

Policoro: la raccolta differenziata approda in tribunale

Con diffida legale del 27.07.2012 l’Avvocato Bellizzi ha formalmente segnalato al Comune di Policoro, con specifico riferimento al Dirigente del III –Settore Tecnico, le numerose inadempienze della Tradeco Srl in materia di raccolta differenziata, chiedendo un’iniziativa amministrativa volta a sanzionare l’inadempimento della ditta appaltatrice oppure la risoluzione del contratto.
"In molte zone di Policoro la raccolta dei rifiuti - dice l'avvocato - non è regolare e puntuale, non si procede allo spazzamento della strada e al taglio dell’erba.
Inoltre, ampiamente disatteso è anche l’onere della Tradeco di lavare i cassonetti così come stabilito con l’art. 27 del capitolato d’appalto che prevede l’esecuzione del lavaggio minimale ogni quindici giorni per otto mesi l’anno (da ottobre a maggio) e con frequenza settimanale per i restanti quattro mesi (da giugno a settembre).
Il disservizio già di per sé grave assume caratteri di pericolo d’igiene con le elevate temperature estive.
L’avvocato Bellizzi ha anche sottoposto all’attenzione dell’amministrazione comunale che il Ministero dell’Ambiente ha chiarito, con propria circolare del 10.07.2007 prot. 1414, che “il rifiuto proveniente dall’attività di lavaggio dei contenitori dei rifiuti dev’essere classificato rifiuto speciale non pericoloso”.
In effetti, i reflui conseguenti all’attività di lavaggio possono essere potenzialmente inquinanti e, pertanto, devono essere svolti solo dalle imprese prettamente autorizzate al trattamento dei rifiuti e alla igienizzazione.
Il problema non è di scarsa importanza se si considera che nell’abitato di Policoro agli esercizi commerciali, attività di ristorazione, bar, alberghi e condomini sono stati consegnati bidoni della capienza di 20 Lt e di 50 Lt.
Le dimensioni dei contenitori dei rifiuti sono tali da non consentire neanche il lavaggio da parte dell’utente e sono così ingombranti che lo sversamento dei reflui rappresenta un vero problema per il cittadino considerato che non possono neanche essere introdotti nei locali commerciali perché la normativa in materia sanitaria non lo consente in alcun modo a meno di voler correre il rischio anche di subire l’applicazione di gravi sanzioni.
Quindi, i cittadini pagano per un servizio che nessuno svolge e sono anche costretti a scegliere tra due paradossali possibilità: non lavare i bidoni sporchi e maleodoranti, oppure lavarli tra mille difficoltà e sversare poi i reflui conseguenti all’attività di lavaggio direttamente in strada.
Nessuna delle due opzioni è ammissibile in un paese civile e argomentare diversamente ostinandosi in fantasiose interpretazioni contrattuali o normative a favore dell’azienda che ha posto i cittadini di Policoro in tali condizioni è a mio parere inaccettabile.
Ma i problemi per i cittadini di Policoro non si limitano solo ai danni per il decoro urbano e all’igiene pubblica .
In effetti, il capitolato d’appalto predisposto dai nostri amministratori comunali, con l’art. 13.3., prevede che le frazioni secche recuperabili quali carta, plastica, vetro, lattine e altro sono conferiti ai consorzi di filiera dall’appaltatore e che i conseguenti ricavi saranno riscossi totalmente dall’appaltatore.
Quindi il cittadino è irrimediabilmente privato del beneficio della sua attività di differenziazione.
In altri comuni si è scelta strada completamente diversa dando al cittadino l’impulso a fare bene la differenziazione dei rifiuti a fronte di un diretto e concreto beneficio economico determinato dalla vendita del rifiuto non più considerato quale solo costo da smaltire quanto piuttosto come prodotto in grado di produrre utile.
Per Policoro quest’occasione è stata tolta da chi ha scelto una politica di differenziazione dei rifiuti che oggi è sotto gli occhi di tutti.
Però al danno potrebbe esserci anche la beffa.
In effetti, esiste il concreto pericolo che l’inefficace raccolta differenziata possa produrre anche danni alle casse del comune di Policoro e quindi della collettività.
Numerose disposizioni di legge nazionali e della comunità europea impongono a ciascun singolo comune il raggiungimento di percentuali di differenziazione e riciclo del rifiuto.
Per l’anno 2012 l’obiettivo perseguito è il 65% del riciclo del rifiuto.
In caso di non raggiungimento di tali quote percentuali minime è applicata un’addizionale del 20 per cento al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell’Autorità d’ambito che ne ripartisce poi l’onere tra quei comuni del proprio territorio che non hanno raggiunto le percentuali previste anche dalle normative nazionali ed europee.
Il Ministro all’Ambiente Clini nel recente meeting di Rimini del 20 agosto 2012 ha annunciato sanzioni per chi non raggiunge gli obiettivi di legge e, in Italia, già diversi comuni sapendo di non poter rispettare tale percentuale, stanno studiando il modo di riversarne il costo sulla collettività.
Il pericolo è tanto più concreto se si considera che l’azienda preposta a trattare il rifiuto differenziato possa trovare economicamente più vantaggioso non vendere il prodotto ma scaricarlo in modo indifferenziato nella discarica.
Le scelte in tal senso dipendono dalla politica aziendale della ditta appaltatrice e dalla sua serietà, ma se si considera anche che il mercato del riciclo in Italia è crollato nella misura del 70% e che oggi è difficile trovare in Italia chi acquista e paga bene cartone, plastica o vetro, purtroppo aumenta la tentazione di far finire tutto in discarica.
Numerosi cittadini di Policoro segnalano che spesso la ditta appaltatrice raccoglie indistintamente plastica, cartone, umido e rifiuti urbani e così la differenziazione faticosamente svolta dai cittadini potrebbe essere vanificata con lo sversamento indifferenziato in discarica.
Esistono esempi virtuosi in quei comuni, e sono molti, che hanno raggiunto addirittura la percentuale del 95% del riciclo e sono stati anche premiati con benefici tangibili sulla Tarsu.
La città di Policoro però non merita il degrado urbano di questi giorni e lo spettacolo dell’immondizia abbandonata un po’ ovunque.
Tutti noi poi non possiamo e non dobbiamo pagare anche il costo economico di una gestione della raccolta dei rifiuti inefficiente e inefficace e di essere anche considerati responsabili per gli scarsi risultati ottenuti così come privi di responsabilità per l’accaduto sono i dipendenti della Tradeco Srl che, verosimilmente, eseguono solo le disposizioni del datore di lavoro e che spesso lavorano in condizioni inaccettabili.
E’ per tutti questi motivi che ho anche promosso una contestazione fiscale, presentando formale richiesta di riduzione del tributo per la raccolta dei rifiuti nella misura del 40% -50% della tariffa per l’anno 2012 così come previsto per legge a fronte di una raccolta parziale e inefficace".
Decorsi i termini di legge, contro l’eventuale rifiuto dell’amministrazione comunale a ridurre la bolletta Tarsu, l’Avvocato Giovanna Bellizzi presenterà ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale di Matera.

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