E’ stato detto che la globalizzazione è l’era delle flessibilità economica, delle transazioni virtuali, dell’espansione indefinita dei mercati. Un sistema economico e sociale il cui il luogo non compare, come se non contasse affatto, un luogo dove è difficile individuare le persone e dove i diritti vengono sempre più diluiti. Il luogo, invece, conta. Eccome! E’ lì che si sviluppa il primo segmento di mercato ed è lì, soprattutto, che l’economia si infrastruttura attraverso opere e servizi. È lì che si avvia il processo di produzione e distribuzione della ricchezza intesa sia in termini di beni materiali, sia in termini di cultura, di idee e di saperi che, insieme, danno vita a un sistema fatto di presidi istituzionali atti a garantirne la sostenibilità. Sono proprio i servizi pubblici periferici, quindi, che costituiscono l’humus infrastrutturale dello sviluppo economico e della perpetuazione di quel sistema democratico fin qui conosciuto. Ne consegue che la presenza di un ospedale funzionante, di una sezione distaccata di un Tribunale, delle scuole, degli uffici o di qualunque altro servizio pubblico, costituisce una maglia fondamentale della rete infrastrutturale di un sistema efficiente.
La spoliazione di un territorio da tutti questi importanti servizi pubblici, non è solo un problema individuale del singolo cittadino, che ha bisogno del reparto ospedaliero o che deve recarsi a Matera per l’amministrazione della giustizia, ma è, prima di ogni altra cosa, un problema pubblico che investe tutta la collettività nel suo vivere sociale. E’ un problema, al tempo stesso, dell’imprenditoria locale che diventerà più povera per quelle carenze innanzi accennate. É l’avvio di un processo di desertificazione dei territori destinati, così, a diventare sempre più periferia.
Da questo nasce l’esigenza di contrastare quella logica che conduce al depauperamento di interi territori come il nostro, da questo nasce “mò basta”. Avvertiamo, quindi, tutta la necessità di avviare un percorso capace di costruire una rete di conoscenze sulle quali fondare una ripartenza dei nostri luoghi, e il cui motore non può che essere l’orgoglio di un popolo.
Il mio vuole essere un appello a tutti protagonisti del tessuto imprenditoriale Pisticcese e dell’intero Metapontino, di qualunque settore economico, affinché partecipino, nelle modalità ritenute più idonee ed opportune, alla manifestazione “Mò basta!”, promossa dal Sindaco, per il 29 settembre prossimo a Pisticci centro.
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