domenica 30 giugno 2013

Policoro è tua sulla legalità e il diritto all'informazione

Ottavio Frammartino, con molta incisività, come al solito, ha posto all'attenzione di tutti il problema dell'informazione nella nostra regione. In particolare, Frammartino ha portato a conoscenza di tanti, il fatto che l'Ente Regione affida in appalto il servizio radiofonico di informazione, immagino sull'attività istituzionale dell'Ente stesso, e ci ha informati, altresì, del fatto che la Regione spenderebbe più di due milioni di euro all'anno per attività di comunicazione. Abbiamo appreso, inoltre, che una parte consistente del denaro utilizzato per l'appalto di cui sopra, deriverebbe dalle royalties che le compagnie petrolifere ci lasciano per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi presenti sul nostro territorio. Devo dire che la Regione, a quanto pare, interviene in maniera consistente nel sistema dell'informazione, con gli strumenti sopra detti. Da più parti, inoltre (richiamo, sul punto, un intervento di qualche tempo fa di Mario Isoldi), si e' sottolineato che la povertà della nostra regione, povertà che, con Ottavio Frammartino e "Policoro e' tua", insieme con altri movimenti, abbiamo sempre affermato essere stata indotta e conservata dalla classe dirigente regionale, quale fonte dello stato di bisogno del cittadino, in tal modo reso ricattabile per fini elettorali, incide anche sul controllo dell'informazione. Ed infatti, i mezzi di informazione, per poter sopravvivere, hanno bisogno di acquisire contratti pubblicitari che, in una regione come la nostra, appunto povera, con un tessuto imprenditoriale di dimensioni modeste in termini economici, sono di entità tali da non consentire la sopravvivenza di detti mezzi di informazione, restando, quale fonte di sopravvivenza, per essi, soltanto la pubblicità cosiddetta istituzionale e, quindi, per le sue dimensioni, soprattutto quella regionale. Così stando le cose, si può senz'altro dire che l'informazione, nella nostra regione, viene, allo stato, con svariate modalità (radiogiornali affidati in appalto, siti internet di informazione riconducibili all'Ente Regione, pubblicità istituzionale affidata con modalità che non ci sono note), gestita in regime di monopolio o di quasi monopolio dall'Ente Regione.

L'informazione non e' una bazzecola da niente, poiché si riconduce ad una norma, l'art.21 della Costituzione, che tutela uno dei diritti fondamentali della persona: la libertà di manifestazione del pensiero e di informazione. Si badi che questi diritti fondamentali di libertà non sono riconosciuti dalla Costituzione solo in senso attivo, nel senso di tutelare la libertà di chi manifesta il pensiero o di chi fa informazione, ma anche in senso passivo, nel senso che la Costituzione tutela anche il diritto della persona di ricevere un'informazione libera, che, poi, si sostanzia in un' informazione pluralista che tenda, in tal modo, a rappresentare nel modo più fedele possibile alla realtà il fatto che si comunica. Le considerazioni che precedono non ci rendono tranquilli sul fatto che a noi, cittadini lucani, venga garantito quel diritto fondamentale, costituzionalmente sancito, di essere destinatari di un'informazione pluralista e, quindi, libera. Per questo, ci sentiamo di sostenere la battaglia di Ottavio Frammartino, nel pretendere che la gestione pubblica di una materia delicatissima, come quella di cui parliamo, venga fatta in maniera cristallina e con l'osservanza di regole ferree, anche con riferimento alla valutazione della qualita' degli uomini scelti per la gestione di uno strumento che e' esercizio di un potere incommensurabile. Ci aspetteremmo, poi, da parte di qualche C.d.R., di qualche testata giornalistica, sentitasi lesa dalle denunce di Frammartino, toni più pacati e meno ingiuriosi di quelli esternati nei confronti dello stesso, magari corredati da elementi di fatto che smentissero le sue accuse, anche perché, si sappia, Frammartino e' uno che l'informazione la fa, gratuitamente, anche ponendo a rischio la sua persona. Infine, e' auspicabile davvero l'intervento forte della FINSI o dello stesso Ordine dei Giornalisti, al fine di verificare se vengano, nella nostra regione, garantite le condizioni per l'esercizio libero e corretto dell'attività di informazione e se vengano garantite a tutti i professionisti del settore pari opportunità di svolgere il proprio ruolo informativo. E' un interesse, questo, prima ancora che di categoria, nostro, come cittadini, per il nostro diritto ad essere informati in modo corretto e ...."libero".

Avv.to Antonio Francesco Rizzo
Policoro è Tua

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