sabato 7 settembre 2013

Bubbico -Trivelle Jonio: la fotogenicità non esclude le responsabilità.



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Il 17 dicembre 2012 a Policoro si è tenuta una grande manifestazione contro le trivellazioni in mare. A questa grande manifestazione parteciparono ben 50 sindaci di tutta la fascia Jonica, in pompa magna la regione Puglia con il suo vicepresidente e timidamente ma in prima fila l’attuale v.m. Bubbico e l’aspirante e rappresentante (a suo dire) della Regione Basilicata senza alcun gonfalone istituzionale Benedetto. Il primo fu lungi da avvicinarci alla folla e ai manifestanti,ma fu ben scaltro da conquistarsi la prima fila centrale, quella più fotografata dei sindaci con le fasce tricolori in modo da comparire vicino al cameramen istituzionale che invece di riprendere la prof Dorsogna che si era sobbarcata un viaggio dagli States per essere vicini alle popolazioni Joniche riprendeva il solito parlamentare .Nell’occasione fu firmato il protocollo di heraclea, un protocollo istituzionale contro lo sfruttamento petrolifero in terra e mare e per un percorso comune di sostenibilità energetica e ambientale dei territori della fascia jonica. Questo accadeva 9 mesi fa, poi è partita la mobilitazione No Triv con altre grosse manifestazioni, non ultima quelle della catena umana di Policoro che ha registrato la partecipazione di circa 7.000 persone e quella di Corigliano, dove la Calabria ha risposto con secco e deciso no alle trivellazioni in terra e mare con ben 20.000 partecipanti. In questi nove mesi però oltre la partecipazione nel governo di Zanonato da parte di Bubbico non c’è stata alcuna azione parlamentare contro le trivellazioni nello Jonio, né tantomeno dagli altri parlamentari del pd come l’Antezza e di altri nostri illustri politici che hanno parlato di “ambiente che non può costituire alibi per frenare lo sviluppo economico”.

Ieri sera Bubbico, invitato da Cgil era con il ministro Zanonato, quello che considera lo Jonio a minor sensibilità ambientale rispetto ad altri mari. Se la Cgil invita il ministro Zanonato che allontana il pericolo del petrolio dal Mar del Veneto rispetto al Mar Jonio è forse perché noi abbiamo come unica colpa quella di avere una classe politica sorda alle richieste della popolazione.E’ ben lontano il 2003 quando nella mobilitazione pacifica di Scanzano Bubbico si mischiava nella folla e la Cgil sventolava con orgoglio le sue bandiere rosse.

Non è più possibile creare illusioni televisive, nessuno è più disposto a credere alle inutili promesse.

La fotogenicità, ora più che mai, non può nascondere la responsabilità dei personaggi della politica e del sindacato di fronte all’attentato che si sta perpetrando verso una regione ricca di storia e di libertà dove negli anni 50 i contadini difesero questa terra con il sangue e portarono alla formazione del primo sindacato italiano (proprio la Cgil). Diffidiamo dei paladini dell’occupazione e dell’economia della Basilicata, difensori improvvisati che per strada dimenticano che senza tutela dell’ambiente non può esserci economia e sviluppo di nessun tipo. Alla Basilicata servono solo fatti veri e persone capaci di guardare al benessere dei propri cittadini. E mentre qualcuno impiega tutto il suo tempo ad elaborare strategie politiche, alleanze, primarie per le prossime competizioni elettorali al chiuso di qualche sezione di partito, le istanze di ricerca di idrocarburi in mare continuano inarrestabili il loro percorso.

A questi signori diciamo BASTA, basta parole, basta proclami elettorali.

Sia ben chiaro che come lucani non permetteremo a nessuno di distruggere il nostro mare.

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