venerdì 18 ottobre 2013

Ginosa: Sanità che non funziona; Lettera aperta alla Regione Puglia



20131018-091656.jpgDISTRETTO SOCIO-SANITARIO DI GINOSA - SERVIZIO PRELIEVI.
IL SERVIZIO CHE SI VEDE … MA NON C’È.
Il popolo ormai rassegnato accetta supino un servizio che la sanità locale si vanta di assicurare ma che, in realtà non esiste. Ovvero se esiste è soltanto il contentino, tanto per mettere a tacere i borbottii dell’utenza e mantenere silente ed inerti la politica e le parti sociali locali.
È il servizio prelievi per le analisi di laboratorio. In un Paese civile dove, di norma, gli uffici pubblici danno un servizio al pubblico a partire dalle ore 8:00, al Distretto Socio-Sanitario di Ginosa invece è il contrario. Il servizio al pubblico per i prelievi per le analisi di laboratorio a quell’ora chiude. Infatti se alle ore 08:21, il sistema informatico, emette una ricevuta avvisando l’utente che il servizio è chiuso e gli utenti in coda sono 24, significa che lo sportello ha chiuso all’ora canonica di apertura.
Questa pratica si persevera da tempo immemorabile, forse dalla nascita del distretto, senza creare un’alternativa seria per far fronte alle innumerevoli esigenze dell’utenza. Si pensi che il servizio è reso (si fa per dire) ad una comunità di svariate migliaia di persone, tra le quali c’e una grossa fetta di persone svantaggiate, quali bambini, anziani, gestanti e diversamente abili. Quale sarebbe l’ora migliore per portarli al distretto per un prelievo? Non certo in piena notte o all’alba. A quale ora deve essere la levata mattutina per un bambino o per un anziano se il servizio ne preclude l’accesso già dalle ore 08:00? Questi dovrebbero svegliarsi alle 06:00. Lo fareste Voi per i Vostri figli o per i vostri genitori?
L’alternativa potrebbe essere una sanità privata e convenzionata posta nelle condizioni di dare una risposta, se non immediata almeno rapida. Purtroppo, per far fronte ad esigenze di cassa, si lascia a terra l’intera comunità. Si riduce il budget per la convenzionata esterna e non si crea un’alternativa pubblica. Chissà se è questa la buona gestione?
Siccome si tratta della salute delle persone, le persone creano l’alternativa. Si rivolgono alla sanità privata, in “regime di servizio privatistico”. Detto terra terra, pagano per intera la prestazione pur di assicurar loro un più celere esame clinico per l’eventuale prosieguo alla specialistica. Per la salvaguardia della propria salute.
Onorevole Presidente, egregio Assessore, non Vi sembra che in questo modo oltre a creare disagio all’utenza si crea un danno, economico e d’immagine, all’Ente pubblico a favore del privato? Privato che però, stando sul mercato, assolve al suo impegno/interesse, il quale alla domanda di un servizio, da una risposta servendo il territorio ed in maniera soddisfacente. Cosa a cui dovrebbe assolve in primo luogo l’Ente pubblico. Evitando di mercificare la salute delle persone. A proposito di persone, in passato recente si è sentito spesso, nelle piazze, parlare di persona, “la persona prima di tutto” persona che deve essere considerata prima di ogni cosa. Ma quella era la campagna elettorale. Parole. La fantastica filosofia delle promesse. La realtà è un’altra cosa.
​Non Vi sembra che, in presenza della concorrenza privata, bisognerebbe contrapporsi con la competitività, per molte ragioni? Esempio: affermare il principio che “pubblico equivale ad efficienza” per il semplice fatto che è sostenuto da risorse economiche rivenienti dai cittadini, affermare come si è detto in ambienti di una certa politica “pubblico è meglio; sostenere l’impegno e la competenza professionale di molte figure professionali che diversamente viene sminuita dando adito a “taluni” di parlare di “fannulloni”. Quando fannulloni non lo sono. E se lo sarebbero, sarebbero incentivati ad esserlo a causa di una gestione non proprio ammirevole.
Purtroppo, se il popolo è silente, la politica sonnecchia. Il popolo ha i suoi rappresentanti che ormai da qualche tempo sonnecchiano insieme alla politica. I partiti politici, le organizzazioni di categoria, i sindacati, ormai non sanno più rappresentare le istanze popolari. Sembrano essere diventati anche loro burocrati di un sistema e, tutto sommato, sembrerebbe faccia comodo a loro ed al sistema stesso.
Gentili Signori, e il riferimento è a tutti, istituzioni, partiti politici e parti sociali, questo sistema non è quello sancito dalla Costituzione della Repubblica italiana, il popolo pagante non può essere maltrattato ed abbandonato, ogni tanto ricordatevi, tutti, che siete al servizio della collettività. Al servizio per servirla e non per disservirla.
Nel distretto n. 1 ha sede anche un poliambulatorio, del quale c’è tanto da dire: un contenitore … vuoto. Si pensi per esempio al servizio di senologia, con un mammografo, che ormai sarà obsoleto, che non si riesce a far funzionare per mancanza di adeguato personale. Ma questa è un’altra storia.
Rimane solo la speranza che … tutti … abbiano un sereno risveglio e, che questo distretto cominci a funzionare seriamente.

Francesco STASOLLA

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