sabato 26 ottobre 2013

Nova Siri: D'Armento - Alla Basilicata servono veri leader, non saccenti ignavi



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Un altro Tito, direi un tantino piu’ celebre, il dittatore jugoslavo assassino di centinaia di italiani del nord-est, fu poi apprezzato anche da ambienti occidentali per la sua successiva rottura con Stalin, scuotendo all’azione i Paesi non allineati ed unificando sotto la sua figura le diverse identità jugoslave. Il “nostro” Tito, il Sen. Di Maggio, non so se sia riuscito ad unificare il centro-destra di Basilicata, ma sicuramente non è apprezzato da moltissimi lucani né per la sua linea imprenditoriale né per il suo apporto politico, perché? Rifiuta il dialogo, scappa dalle domande scomode postegli sulla stampa ed in Parlamento ha fatto fino ad ora la comparsa. In Basilicata non solo non ha difeso la qualità del made in Italy, la forza del nostro marchio e della nostra cultura ma ha ignorato la piaga della disoccupazione regionale. Nonostante ciò , dalla Capitale scende addirittura in Basilicata, non pago della monotonia romana, e si candida ad unificatore delle anime del centro-destra lucano permettendosi dal suo basso pulpito di parlare di candidati a lui scomodi.
Purtroppo il Tito - Lucano non e’ solo alle mie legittime domande che e’ sfuggito ma addirittura all’impegno parlamentare. Questo e’ un dato certo.
Sul sito Openpolis, la scheda personale del Sen. Di Maggio parla chiaro; essa, almeno, non cerca nebulosi nascondigli pseudodialettici. Alla voce “altri incarichi” lui non dichiara nessun ruolo in aziende o società. Ha un indice di assenza, in Senato, del 39,36% che equivale a 653 assenze ( la media è 14,63% ). Questo dato ovviamente inficia la sua produttività parlamentare perché non solo contraddistinto da un indice di presenza inferiore del 25% alla media, ma gli ha fatto evitare questioni politiche vitali. Il Sen. Di Maggio è stato assente sul voto relativo alla costruzione del gasdotto adriatico che dalla Russia dovrebbe arrivare in Puglia per poi stoccare il gas nella nostra cara ed inquinata Basilicata; ed analogamente assente nelle votazioni relative a: decreto anti-femminicidio, svuota - carceri, decreto del fare, partecipazione al programma F-35 e decreto salva Pubblica Amministrazione. Roba da niente per un illuminato caporale d’industria , ma in quali votazioni era presente? Ovviamente sul rifinanziamento della Cassa Integrazione. Certo la sua incoerenza non fa una piega: con Monti per le elezioni politiche, senza lo sconfessato Monti alle regionali ma con il Pdl lucano (che ha sempre criticato l’austerity montiana) naturalmente non prima di aver votato il rinnovo per la Cassa Integrazione, quindi anche per la marea di cassaintegrati lucani che stanno a spasso o in nero, ironia del destino, perché qualche imprenditore nostrano ha prediletto il low cost di braccia cinesi nelle sue fucine. Cinesi che , probabilmente, per ulteriore ironia dello stesso beffardo destino, costituiscono le stesse truppe cammellate che si dice Pittella (PD) abbia usato alle sue primarie. Quello stesso Pittella, e qui si parla di politica di infimo livello condominiale, di cui il Sen. Di Maggio sarebbe la seconda scelta agli occhi dei domini pidiellini dell’inciucio, Latronico e Viceconte.
Lei che si rifiuta di rispondere a diverse domande a cui gli elettori lucani pretendono risposta, domande su quanti fornitori cinesi avrebbe utilizzato e quanti di essi sarebbero stati trovati in nero negli ultimi anni; lei che lavorerebbe in una terra afflitta dalla CIG cronica usando manodopera cinese ma vota il rinnovo della CIG stessa, lei vuol far credere alla nostra gente di essere in grado di guidare una riscossa popolare? Il Sen. Di Maggio ed i suoi alleati dovrebbero ritrovare non solo il senso della politica, ma la coscienza.
Il Sen. Di Maggio in 8 mesi di attività parlamentare ha presentato due sole interrogazioni riguardanti, la prima, il delicatissimo caso di un procuratore che è andato in tv, a La7, e gli eventuali provvedimenti da prendere nei suoi confronti per la sua uscita televisiva. La seconda, sull’installazione selvaggia delle pale eoliche nel territorio lucano, atto meritevole ma che nel territorio non ha avuto né eco né dibattito, passando in sordina quasi come un’ipocrita formalità dovuta ma che non porterà a nulla perché il dado è stato tratto da tempo. Mentre la Basilicata moriva lui interrogava un ministro su una trasmissione televisiva Ma non basta. Perché nella Commissione Agricoltura, della quale è membro-segretario, cosa ha fatto per la Basilicata? Anche in commissione Di Maggio conferma la sua bassissima produttività, distante dai canoni asiatici, infatti vi è solo un ordine del giorno presentato in 8 mesi: un lavoro alacre.
Ma passiamo agli emendamenti, e qui il Sen. Di Maggio si supera, perché ha presentato 31 emendamenti, peccato però che 28 siano stati respinti, o ritirati o dichiarati inammissibili. Due disegni di legge presentati, 0 mozioni e 0 ordini del giorno presentati in assemblea.
Bene, il giudizio lo trarranno i lettori. Io intravedo, personalmente, un parlamentare poco presente e disinvoltamente insignificante, con istanze a volte ai limiti dell’effimero, insomma un unto del signore che cavalca l’onda. Siamo sicuri che e’ di uno come lei che ha bisogno la martoriata terra di Lucania per riscattarsi?
Sen. Di Maggio, onestamente di sua opera politica degna di tal nome non trovo traccia cosi come non trovo traccia della sua inclinazione al franco dialogo, ma e’ quanto ho appreso dai media circa quella che sarebbe la sua politica imprenditoriale che mi ha fatto tornare in mente le parole del paladino della lotta allo schiavismo, Abraham Lincoln, che disse:” Non vorrei essere uno schiavo, ma non vorrei essere neanche un padrone. Questo esprime la mia idea di democrazia”. Concludo con un fermo invito agli elettori, a tutti gli uomini liberi di Basilicata , a non corrispondere fiducia nell’urna a costui , che io considero solo l’ennesimo ignavo avventuriero della politica.

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