martedì 5 novembre 2013

Gianni Rosa: In campagna elettorale è facile spararle grosse.



20131105-124744.jpg E' quello che fa il candidato presidente del centrosinistra, Marcello Pittella, che, si copre di ridicolo quando ai cittadini che giustamente gli fanno notare che, quello che dice oggi, nei teatri, nelle piazze e sui social network, sono solo vuoti slogan elettorali risponde che non ha fatto prima quanto sta promettendo oggi solo perché non glielo hanno lasciato fare. Ora io mi chiedo se occupare uno scranno in Consiglio regionale prima e in Giunta poi non basti per poter fare qualcosa di concreto e non rimanere in panchina in silenzio? E' umano dubitare che il suo non fare sia stato invece da lui stesso ben calcolato. La “rivoluzione” di cui oggi si riempie la bocca avrebbe potuto farla prima. Da consigliere regionale e da assessore si possono fare molte cose in nome e per conto dei cittadini. E anche, forse soprattutto, da sindaco. E invece no. La rivoluzione era lontana da venire. Quando Pittella ricorreva a consulenze esterne non proprio necessarie, ad esempio, dov'era la rivoluzione democratica tanto declamata? Secondo la Corte dei Conti Marcello Pittella ha abusato di consulenze esterne quando era sindaco di Lauria. Perché non farla già da amministratore locale la rivoluzione? Caro Pittella se per lei essere consigliere regionale e assessore significa “stare in panchina”, come lei ha scritto sul suo profilo fb, allora è evidente che non aveva tutta questa smania di rivoluzione. Fare il rivoluzionario per slogan è semplice. Combattere sul campo richiede coraggio. I lucani, loro dovrebbero farla la rivoluzione per mandare a casa quelli come lei. La dovrebbero fare quei padri di famiglia che lei e il suo Pd avete mandato in mezzo a una strada non promuovendo politiche del lavoro adeguate ad arginare la crisi industriale che si è abbattuta sulla regione. La rivoluzione la dovrebbero fare quei giovani che avete mandato via, lei e il suo Pd, perché altro non avete saputo fare che cercare di tenerli stretti alla mammella di mamma Regione con programmi al limite del ridicolo e della miseria, promuovendo invece i vostri amici portatori di consensi elettorali. Lei, caro Pittella, continui ad andare in scena indossando gli abiti del “rivoluzionario”; la battaglia, per cambiare volto a questa terra, la condurranno i lucani che sulla loro pelle hanno sperimentato come si sopravvive in questa terra massacrata dalla politica familistica che lei ben rappresenta.

Nessun commento:

Posta un commento