venerdì 22 novembre 2013

Policoro: “L’industria non unisce ma distrugge.



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Verificheremo l’iter seguito nel perfezionamento dell’intesa”: il no di Impegno comune alle fabbriche fra Scanzano e Policoro
“Non può essere l’industria, con il suo potente e irreversibile impatto ambientale, paesaggistico e sulla salubrità dei luoghi, a unire idealmente due comunità. E’ una scelta fuori dal tempo e destituita di ogni ragionevolezza”, è la posizione espressa dai rappresentati di Impegno Comune, Pino Ferrara e Enrico Bianco - rispettivamente capogruppo consiliare e vicesindaco di Policoro - rispetto all’intesa fra il Consorzio Industriale di Matera e il comune di Scanzano. Quest’ultimo ha infatti destinato la fetta di territorio confinante con il comune di Policoro (area fiume Agri) ad ospitare un insediamento industriale, in sostanza l’ente provinciale e quello municipale hanno manifestato l’intenzione di ri-perimetrare le aree industriali includendo la costituenda zona Pip di Scanzano. Ferrara e Bianco, in una nota congiunta a nome del gruppo, hanno inoltre messo sotto la lente la procedura attuata che sarà oggetto di intensi accertamenti al fine di verificarne la linearità amministrativa.
“Il Consorzio industriale risulta commissariato, per tanto riteniamo che il commissario non possa disporre di un potere discrezionale così ampio come è quello di sottoscrivere intese con un comune. Per definizione, un commissario dovrebbe occuparsi dell’ordinaria amministrazione non certo di decisioni così incisive. Infatti si tratta di un accordo che avrebbe delle conseguenze devastanti per le due città e per la loro naturale vocazione turistica, agricola e culturale. L’insediamento industriale avrebbe nefaste conseguenze sia dal punto di vista paesaggistico che ambientale. L’area, in particolare per quello che interessa il comune di Policoro, ricadrebbe a poche centinaia di metri dal Parco archeologico della Città di Ercole dove si trova anche l’antico palazzo baronale cittadino, edificio di altissimo pregio storico. Inoltre sarebbe stravolta qualsiasi assennata pianificazione visto che gli opifici industriali e relative pertinenze produttive potrebbero avere dimensioni fisiche tali da alterare qualsiasi armonia paesaggistica urbana, rurale e naturalistica”.
E, ancora: “Quanto agli aspetti che attengono all’ecosistema, dare il via libera all’industria potrebbe significare avere realtà produttive che potrebbero operare in svariati settori come quello della chimica, della siderurgia, della lavorazione dei metalli pesanti in genere. Produzioni che dal punto di vista ambientale e della salute hanno un’incidenza mostruosa e le esperienze dell’Ilva a Taranto e della Val Basento a Pisticci dovrebbero insegnare qualcosa”. Ferrara e Bianco infine hanno aggiunto: “Esigiamo, e in tal senso stiamo attuando le azioni necessari, chiarimenti da tutti i soggetti, persone fisiche e giuridiche (enti e consorzi), che hanno fantasticato, sfiorando il delirio, senza fare i conti con la realtà, con la storia e con il futuro di due comunità che hanno l’obbligo di seguire altre vie per raggiungere quello sviluppo democratico comune e rispettoso della salute e della sicurezza dei cittadini. Non possiamo ignorare che in quell’area c’è il fiume Agri, un corso d’acqua difficile da gestire e governare. Non possiamo trascurare come si è perfezionata l’intesa fra il comune di Scanzano e il Consorzio industriale, anzi ci risulta che l’ingegner Di Chio oltre a far parte, in qualità di dirigente, dell’Ufficio tecnico di Scanzano è allo stesso tempo direttore del Consorzio, quindi la stessa persona ha interpretato, vistando, il doppio ruolo nel perfezionare l’intesa. Riteniamo doveroso andare fino in fondo in questa vicenda e ci opporremo con tutte le azioni possibili a una decisione che non ha ragion d’essere in quest’area. Ci sono altri posti nel Metapontino, soprattutto nelle zone più interne, già individuate come aree industriali . Scanzano e Policoro hanno altre peculiarità e possono puntare su altri settori come il turismo, l’agricoltura e la cultura. Non dimentichiamo che ‘Matera Capitale europea della Cultura 2019’ è una sfida che interessa tutti e potrebbe aprire possibilità enormi per i comuni che ogni anno riescono a captare flussi turistici importanti”.

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