Lucido, fattivo, coraggioso. Così è apparso Luca Braia ai molti che lo hanno ascoltato durante la presentazione della candidatura a segretario regionale PD.
La riunione, che si è tenuta nella serata di giovedì 3 aprile presso la sala convegni dell'Orohotel, è stata aperta da due renziani doc: Carmine Vetere e Francesco Mitidieri, seguiti dagli interventi di Andrea Badursi e dalla neo segretaria cittadina Adele D'Agostino.
Mitidieri ha voluto raccontare come la caparbietà e la pazienza con cui Braia ha costruito il suo progetto politico e la valorizzazione dell'esperienza renziana, che ne è parte imprescindibile, siano stati i necessari prodromi della scelta di far cadere la propria candidatura. Un'operazione di semplificazione politica che può far convergere tutte le forze volte al cambiamento verso un unico candidato.
È proprio il cambiamento che ritorna come esigenza vitale in tutti i discorsi fatti e nella analisi, a tratti dura, che Braia fà della politica regionale e del “sistema perverso – dice il candidato – nel quale è finito il Partito-Regione PD”. Il renzismo è l'ultima possibilità data ad una Regione e ad una politica, stanca e inane, di liberarsi “dal meccanismo del voto per rifondarsi sul sistema del consenso ad una politica che possa, cioè, aprirsi al confronto con gli elementi vivi della società”.
Per questo occorre un cambiamento radicale della classe dirigente e delle modalità di lavoro: è inutile pretendere un cambiamento da quelle stesse persone che hanno costruito questo sistema malato, che sono quelle stesse persone che hanno trascorso anni a non assumere decisioni. “Bisogna fondare il dialogo sulle tematiche – conclude Luca Braia – non sugli individualismi. Apriamo i circoli alle associazioni, per esempio. Facciamoci spiegare i problemi quotidiani che affrontano i nostri concittadini. Poi riuniamoci e diamo risposte: soluzioni, progetti, proposte reali. Discutiamo ma decidiamo!”.>
venerdì 4 aprile 2014
Policoro. Braia racconta il possibile futuro del PD.
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