venerdì 27 gennaio 2017

IN ROMANIA PRIMO PROGRAMMA ERASMUS PER GIOVANI INGEGNERI LUCANI

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Per due giovani ingegneri lucani - Pasquale Gottardello e Pierfrancesco De Rosa – è cominciata a Bucarest presso Palazzo Italia, l’incubatore di imprese presieduto da Giovanni Baldantoni, l’attività del programma Erasmus +.  E lunedì  arriva anche  Daniele Dammaro, ingegnere  specializzato nel settore agricoltura per seguire un analogo percorso con l’obiettivo centrale che i “migliori cervelli” possano tornare.

Per la prima volta – sottolinea Baldantoni – abbiamo avviato l’Erasmus per dare l’ opportunità a giovani laureati lucani di conoscere direttamente il mercato del lavoro internazionale e di svolgere un’esperienza formativa in Romania con la possibilità di ampliare l’orizzonte agli altri Paesi dei Balcani. Palazzo Italia, interviene nei progetti con studenti o laureati, al fine di rendere pratico, palpabile e valutabile, ogni  elemento necessario ad ideare, progettare , gestire, pensando ad un’attività professionale autonoma o in sinergia-supporto con imprese italiane ed internazionali qui presenti.  Intendiamo intercettare la volontà dei nostri ragazzi motivati a partire, principalmente, per la difficoltà a trovare offerte di lavoro che possano soddisfare le loro aspettative e con la convinzione che un periodo di studio e/o lavoro all’estero possa migliorare la loro situazione innanzitutto attraverso la conoscenza del mercato globale. Contiamo di estendere gli accordi dopo l’Unibas con altre Università del centro-sud. E’ a buon punto già un’intesa con Bari. In tanti – riferisce il presidente di Palazzo Italia – mi contattano per chiedere informazioni sui Paesi dei Balcani, sulla vita in Romania. Vogliono sapere se per loro c'è un futuro fuori dalla Basilicata e quali figure sono più richieste. Sappiamo bene che il fenomeno degli italiani migranti ha caratteristiche e motivazioni diverse rispetto al passato.  Riguarda fasce d’età e categorie sociali differenti. I flussi tuttavia non si sono fermati e, talvolta, rappresentano un segno di impoverimento piuttosto che una libera scelta ispirata alla circolazione dei saperi e delle esperienze. I giovani, però – lo ha detto anche il Presidente della Repubblica Mattarella - devono poter tornare. E il compito che svolgiamo nei Balcani (oltre che in Romania, in Serbia, Ungheria, Repubblica Ceca) e in Germania– spiega Baldantoni – è quello di intercettare questi nuovi emigrati: sono almeno 55mila gli under 40 che nel 2015 hanno lasciato l’Italia e trasferito la propria residenza all’estero, chi per cercare fortuna, chi per inseguire un lavoro, una passione o una nuova carriera. Immigrati, expat, foreign professionists con meno di 40 anni rappresentano la metà circa del totale dei trasferimenti di residenza che gli italiani hanno registrato . Per i giovani, si tratta in pratica di 3,3 trasferiti all’estero ogni mille under 40, in aumento del 34,3%. Rispetto al passato, si tratta di una emigrazione più limitata nel tempo e di qualità almeno per quanto riguarda le partenze dalle metropoli del Nord. Spesso si tratta di giovani mandati all’estero dalle famiglie (imprenditori o professionisti della media borghesia settentrionale) per studiare o comunque acquisire conoscenze, competenze e know-how da riversare poi, una volta rientrati in Italia, nelle attività professionali familiari o personali. È un fenomeno, a cui stiamo assistendo ormai da qualche anno.  Noi puntiamo a farli diventare moderni imprenditori, liberi professionisti, ambasciatori del “made in Italy” con un collegamento costante tra i Paesi di lavoro e l'Italia, una sorta di “pendolari” del lavoro all'estero. E soprattutto – conclude Baldantoni – con le attività di Palazzo Italia facciamo di tutto per ricreare un'atmosfera di casa, dal cibo, agli eventi di cultura e spettacolo, alla musica, agli incontri sociali.

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